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Berlusconi e Renzi, i nomi nel database cinese: così i servizi segreti di Pechino controllano l'Italia

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La Cina spia e scheda oltre 4mila personaggi pubblici italiani tra politici, manager, vescovi, imprenditori, ambasciatori e persino mafiosi. È quanto emerge dal database finito nelle mani dei giornalisti de Il Foglio e di altre testate internazionali: ad ogni profilo spiato è assegnato un codice identificativo e la schedatura si estenda anche ad attività strategiche italiane come porti ed aeroporti. Questa sorta di Grande Fratello cinese in salsa nostrana sarebbe iniziato nel 2006, ovviamente per conto del governo di Pechino.

I 4.544 nomi e cognomi italiani contenuti nel database sono divisi in tre categorie: la prima è quella delle persone politicamente esposte. Da Renzi a Veltroni, passando ovviamente per Silvio Berlusconi: addirittura alla sua famiglia viene riservata una radiografia con informazioni che riguardano tutto l’albero genealogico. La parte più importante è però quella che contiene un elenco di indagati e condannati, in prevalenza appartenenti alla criminalità organizzata. Per ogni individuo sono indicati i reati: insomma, tutto ciò che succede in Italia di rilevante è controllato da Pechino. Non che sia una novità, dato che più volte in passato è stata segnalata l’ingerenza dell’intelligence cinese nel nostro paese. Ma mai era emerso un database così dettagliato e corposo sulla vita pubblica e privata degli italiani: non c’è altro modo di definirla se non con “attività di spionaggio”. 

 

 

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