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Israele, oltre 2,5 milioni di persone vaccinate? Soldi, ecco come è possibile: l'indiscrezione che spiega molte cose

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Israele è partita in quarta con le vaccinazioni contro il Covid. "Saremo il primo Paese a sconfiggere il coronavirus", va ripetendo il primo ministro Benjamin Netanyahu.  E in effetti pare ci stia riuscendo: dal 20 dicembre oltre 2 milioni e mezzo di persone sono state vaccinate e da ieri possono ricevere il vaccino anche i ragazzi tra i 16 e i 18 anni. L'obiettivo è coprire entro la fine di marzo i due terzi della popolazione (in totale 9,2 milioni) senza contare i più giovani. Ma com'è possibile che lì si vada a passo spedito, mentre qui in Europa scarseggiano le fiale? Facile, Netanyahu ha pagato. Come scrive il Corriere della Sera, già a settembre il primo ministro ha contattato di persona Albert Bourla, amministratore delegato di Pfizer, per farsi garantire la fornitura. E stando ad alcune fonti, Israele ha pagato molto di più per accaparrarsi le dosi, fino al doppio di americani ed europei. Inoltre, pare che il ministero della Sanità abbia firmato con la casa farmaceutica un accordo di 20 pagine, garantendo di fornire tutti i risultati delle vaccinazioni. E un'intesa simile sarebbe stata finalizzata anche con Moderna. A tal proposito, c'è chi si è preoccupato per la protezione della privacy, ma il governo ha assicurato che a Pfizer vengono fornite solo statistiche generali e non dati personali. 

 

 

 

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