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Vaccino Covid, Pfizer chiese all'Unione europea 54,08 euro a dose. Poi il compromesso

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Le trattative dell'Ue con l'azienda Pfizer per i vaccini anti-Covid non sono state facilissime. Pare, infatti, che all'inizio Pfizer-BioNTech avesse proposto all'Unione il proprio farmaco al prezzo esorbitante di 54,08 euro a dose, per un contratto del valore di 27 miliardi di euro per 500 milioni di dosi. Lo rivela un retroscena riportato dai media tedeschi Ndr, Wdr e Suddeutscher Zeitung. Ecco spiegato il ritardo della Commissione europea, che non sapeva se firmare il contratto oppure no.

 

 

 

L'acquisto è stato formalizzato, infatti, solo a novembre, dopo che si è riusciti a strappare un prezzo più basso: 15,50 euro a dose. Il presidente della commissione sui farmaci dell'Ordine dei medici tedeschi, Wolf Dieter LudwigIl, ha definito il costo iniziale del siero "un prezzo dubbio che lascia pensare a una ricerca di profitto in nessun modo giustificata nell'attuale situazione di pandemia". Stando al retroscena, però, gli Stati Uniti sarebbero stati più bravi dell'Europa nelle trattative: sarebbero riusciti a ottenere un prezzo più basso di quello proposto dall'azienda, 16 euro a dose, già a luglio 2020. Procedendo così con un ordine da 100 milioni di dosi per un totale di 1,95 miliardi di dollari. 

 

 

 

A far discutere, comunque, non è solo la questione dei prezzi. Al centro della polemica c'è anche una dichiarazione del consorzio americano-tedesco, secondo cui lo sviluppo del vaccino sarebbe stato "completamente autofinanziato". Affermazione non vera. O almeno vera a metà. Potrebbe valere per Pfizer ma non per BioNTech, che invece ha ricevuto sia dalla Germania che dall'Ue milioni di euro per le ricerche.

 

 

 

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