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Mascherine Ffp2 difettose, l'indagine dell'Antifrode Ue

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Non solo scandali dal valore di milioni di euro attorno alla vendita dei dispositivi di protezione individuale, adesso è in dubbio anche la loro efficacia. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, l'ufficio Antifrode dell'Unione europea (Olaf) starebbe indagando sulla società turca Universalcert che rilascia i certificati di conformità con il numero CE2163. Gli investigatori hanno agito in seguito a una denuncia della Germania che ha segnalato alcune anomalie della società turca, in quanto avrebbe avuto un'attività di certificazione troppo intensa, se rapportata a società analoghe con sede in Europa. Inoltre, grazie alle verifiche svolte da una società altotesina, è emerso che molte mascherine con il marchio CE2163 non proteggono. 

 

 

 

 

La Universalcert non convalida soltanto certificati per aziende asiatiche, ma anche per società europee e anche italiane. Questo sarebbe legato ai lunghi tempi di attesa degli enti europei in grado di certificare le mascherine, che sono troppo pochi e con una montagna di dispositivi da validare. "Per un certificato bisogna attendere diversi mesi mentre in Turchia bastano poche settimane" afferma Stefania Gander, titolare di un'impresa che produce mascherine in Piemonte. Nel frattempo, l'Olaf vuole indagare a fondo e verificherà i test sulle mascherine effettuati dalla società altotesina su molteplici dispositivi prelevati a campione nei rivenditori autorizzati in Italia. 

 

 

 

 

I risultati dei test eseguiti in laboratori spagnoli parlano chiaro: buona parte delle mascherine ffp2 analizzate non rispondono agli standard richiesti. Molte non hanno superato il test del cloruro di sodio e della paraffina (per verificare il filtraggio) e alcune nemmeno quello del contenimento del respiro. Con migliaia di mascherine inefficaci sul mercato europeo, spetterà all'Olaf chiarire se la responsabilità è dei produttori, oppure della Universalcert. Nel frattempo, la società turca parla di un complotto organizzato dalle aziende produttrici. Incalzato sul caso delle mascherine difettose, il ministro della Salute Roberto Speranza ha dichiarato di avere piena fiducia nei controlli dell'Inail. 

 

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