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Vaccino Pfizer-BioNTech, gli hacker pubblicano dati e mail sui lotti difettosi: "Ema preoccupata"

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"Livelli inferiori alle attese". Questo quanto trapelato da mail e dati di funzionari dell'Ema (agenzia europea per il farmaco) hackerati in un attacco informatico avvenuto nel dicembre scorso. Il riferimento era ad alcuni lotti commerciali del vaccino contro il coronavirus della Pfizer-BioNTech. A divulgare la preoccupante notizia è il British Medical Journal: "Il BMJ ha esaminato i documenti”, scrive la rivista del Regno Unito ripresa anche da Affaritaliani.it, “dai quali risulta che i regolatori nutrivano grandi preoccupazioni per quantità inaspettatamente basse di mRNA intatto in lotti del vaccino sviluppato per la produzione commerciale”. Peccato però che come testato dalla stessa Ema l'efficacia stia proprio nella presenza di quantità adeguate di mRNA.

 

 

“Gli scienziati dell'Ema”, prosegue The BMJ, “avevano il compito di garantire la qualità della produzione, gli aspetti di chimica, produzione e controllo della presentazione di Pfizer all'Ema, preoccupati per le ‘specie di mRNA troncate e modificate presenti nel prodotto finito’. Tra i tanti file arrivati a The BMJ, un'e-mail del 23 novembre di un alto funzionario dell'Ema ha delineato una serie di problemi. In breve, la produzione commerciale non produceva vaccini secondo le specifiche previste e le autorità di regolamentazione non erano sicure delle implicazioni. L'Ema ha risposto presentando due ‘obiezioni importanti’ a Pfizer, insieme a una serie di altre domande che desiderava ricevessero risposte. L'e-mail ha identificato ‘una differenza significativa nella percentuale di integrità dell'RNA / specie troncata’ tra i lotti clinici e quelli commerciali proposti, dal 78% al 55% circa. La causa principale era sconosciuta e l'impatto di questa perdita di integrità dell'RNA sulla sicurezza e sull'efficacia del vaccino era ‘ancora da definire’, si legge nell'e-mail.”.

 

 

Immediata la replica dell'agenzia del farmaco che ha accusato le informazioni di essere state parzialmente alterate. "Mentre le singole e-mail sono autentiche - spiegano d'altro canto gli hacker -, i dati di diversi utenti sono stati selezionati e aggregati, sono stati creati screenshot da più cartelle e caselle di posta e sono stati aggiunti titoli aggiuntivi dagli autori". Insomma, a detta loro nulla è stato manipolato. Dove stia la verità non è dato ancora sapersi. Certo è che se vere, le informazioni diffuse aprirebbero scenari impensabili.

 

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