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Artico, virus sconosciuti e scorie nucleari: la bomba che può stravolgere il pianeta

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"Virus e batteri sconosciuti resistenti agli antibiotici e scorie nucleari sepolte dalla Guerra fredda. La materia imprigionata nell'Artico è una bomba inquinante e pericolosa ancor più del coronavirus, pronta a sprigionarsi con la fusione dei ghiacci causata dall'innalzamento delle temperature". Lo svela un dossier di cui ne parla la Stampa. Se la Terra si surriscalda, la criosfera si scongela e collassa. Gli scienziati avvertono che i rischi ambientali per le specie viventi saranno devastanti.

 

 

 

 C'è un altro effetto che agita i climatologi, ed è lo scongelamento del permafrost, il pavimento di terra e rocce che fa da collante alla superficie terrestre e si mantiene a zero gradi o meno: contiene materiali biologici, chimici e radioattivi sequestrati per decine o addirittura centinaia di migliaia di anni e pronti per essere liberati. Uno studio sul permafrost artico dimostra il pericolo a cui andiamo incontro provocando lo scioglimento del permafrost. Quando i componenti imprigionati nei ghiacci rientrano nell'ambiente "hanno il potenziale di mandare in tilt l'ecosistema, ridurre la fauna della calotta artica e mettere in pericolo la salute umana".

 

 

 

L'Artico che si scongela potrebbe causare la diffusione di scorie nucleari, virus sconosciuti e batteri resistenti agli antibiotici. Dentro la calotta artica sotto zero si nascondono  rifiuti radioattivi di sottomarini e reattori nucleari della Guerra Fredda. Il governo russo ha lanciato sì un piano di bonifica, ma gli studi oggi rilevano che l'area contiene sostanze radioattive come cesio e plutonio tra i sedimenti sottomarini. Inoltre, più di 100 microrganismi nel permafrost siberiano sono resistenti agli antibiotici. "E' possibile che questi si mescolino con l'acqua di fusione e creino nuovi ceppi di batteri diversi dagli esistenti che resistono agli antidoti conosciuti".

 

 

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