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Ucraina, Mario Draghi sotto accusa negli Usa: "Resa preventiva, favorisce l'imperialismo di Vladimir Putin"

Mario Draghi

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"L'Italia esita sulle pesanti sanzioni esattamente nel momento sbagliato", la pesante accusa contro la linea tenuta dal governo di Mario Draghi arriva dal Wall Street Journal, uno dei quotidiani più diffusi negli Stati Uniti. Il riferimento, ovviamente, è all'attuale crisi in Ucraina. Dopo che Putin ha riconosciuto il Donbass, inviandovi pure delle truppe, ci si aspettava forse una risposta più forte da parte dell'Occidente. E dell'Italia in particolare. 

 

 

 

Il titolo dell'articolo che accusa l'Italia è - come riporta Repubblica - "Cracks in Western Resolve on Russia", ossia "Crepe nella determinazione occidentale sulla Russia". La foto, invece, è quella del premier Draghi. Nel pezzo ci si chiede se gli alleati occidentali siano disposti a fermare lo zar in ogni modo possibile o se invece pensano che l’annessione del Donbass sia una vicenda solo locale, che non vale il rischio di perdere le forniture di gas. Dicendo che l'Italia "esita sulle sanzioni", il quotidiano si riferisce alle dichiarazioni rilasciate dal premier qualche giorno fa: "Stiamo discutendo le sanzioni con la Ue, e nel corso di queste discussioni abbiamo reso nota la nostra posizione. Le sanzioni dovrebbero concentrarsi su settori ristretti senza includere l'energia". 

 

 

 

Secondo il Wall Street Journal, però, le parole di Draghi sono sbagliate: "Questo tipo di resa preventiva è esattamente il motivo per cui Putin ritiene che il prezzo di un'invasione sarebbe inferiore a quanto pubblicizzato". Poi spiega: "L'Italia importa circa il 90% del proprio gas ed è uno dei maggiori clienti di Mosca nel continente. Il leader italiano non vuole che la sua eredità di Primo Ministro di unità nazionale sia offuscata da una crisi energetica, ma favorire l'imperialismo russo sarebbe una macchia molto più grande". Infine il quotidiano ricorda che l'Italia non è l'unico Paese a esitare: "La riluttanza della Germania è consolidata e l'Ungheria ha paura". La chiusura dell'articolo non è per nulla rassicurante: "Se il massacro si svolgerà, le elites americane ed europee dovrebbero riflettere su come si sono rese nuovamente ostaggi di un dittatore".

 

 

 

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