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Ucraina, la contromossa nucleare del Pentagono: "Come reagiremo se Putin sgancia la bomba atomica"

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Alla minaccia nucleare di Vladimir Putin gli Stati Uniti si preparano con un piano di risposta. Del resto la Russia ha 6.255 testate nucleari, contro le 5.550 degli Usa ma se si sommano le 290 francesi e le 225 britanniche il numero è più o meno lo stesso. Riporta La Repubblica che il Pentagono per ora non ha alzato il livello di allerta ma potrebbe farlo presto se dovesse notare sospetti movimenti degli arsenali. "Questa è una minaccia seria", dice Joseph Cirincione, analista del Quincy Institute fora Responsible Statecraft di Washington, "non un bluff. La dottrina militare russa integra nei piani di attacco la dimensione cyber, convenzionale e atomica, e una settimana prima dell'invasione hanno fatto esercitazioni nucleari. Putin minaccia di usare queste armi, i suoi militari sono pronti, e quindi dobbiamo prepararci".

 

 

"I russi hanno più testate e bombe tattiche; gli americani sono più pronti e hanno lo scudo, ma non basterebbe a proteggerci. Quando vai sopra le cento testate, ognuno ha la forza sufficiente a cancellare la vita dal pianeta", avverte Cirincione. "Putin è nei guai. Pensava di ripetere Georgia o Crimea, prendendo Kiev in pochi giorni, eliminando Zelensky e instaurando un fantoccio. Non è andata così per la resistenza militare ucraina e la risposta compatta dell'Occidente. Le sanzioni contro la banca centrale lo espongono al rischio che oggi ci sia l'assalto agli sportelli. Quindi avverte l'Occidente che se continuerà le sanzioni, anche lui ha contro-minacce a disposizione".

 

 

Ma è anche possibile che Putini "voglia alzare la pressione su Zelensky, in vista dei colloqui. Il suo obiettivo non era ritrovarsi a negoziare con gli ucraini al confine bielorusso senza precondizioni, e quindi alza la minaccia per strappare concessioni". Attenzione però, osserva Cirincione, perché la debolezza di Vladimir, se da una parte è positiva, dall'altra aumenta il pericolo: "Come prima cosa, è evidente che siamo davanti ad una persona diversa. Qualcosa è accaduto nella sua testa, che lo rende meno razionale e più instabile. Finora ci siamo preoccupati dell'offensiva russa, ma adesso dobbiamo anche preoccuparci del suo fallimento. Perché Putin ha scommesso tutto su questa invasione, anche la propria vita, e davanti alla sconfitta potrebbe pensare che le armi nucleari siano l'unica via d'uscita".

 

 

Gli scenari sono diversi: il primo è l'esplosione di un'atomica tattica in Ucraina: "Non c'è alcuna ragione per un simile atto", spiega, "se però accadesse, usando magari un missile a corto raggio come quelli delle esercitazioni prima dell'invasione, le reazioni immediate degli americani sarebbero almeno quattro: primo, cercare di eliminare Putin, per impedire che possa dare altri ordini simili; secondo, contattare la leadership militare per convincerla a non obbedire più; terzo, lanciare attacchi cyber per paralizzare l'arsenale nucleare e le comunicazioni; quarto, imporre tutte le sanzioni rimaste e chiudere i confini, isolando Mosca dal mondo. Non è detto che la risposta sia subito nucleare, anche se si farà sentire la scuola di pensiero secondo cui a qualsiasi attacco atomico bisogna sempre rispondere con forza uguale o superiore, perché non puoi permettere al nemico di prevalere". Ma se l'atomica colpisse un territorio Nato allora "ci sarebbe la risposta nucleare, schiacciante e immediata.

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