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Ucraina, missili Javelin e droni turchi: la "firma" di Erdogan e Trump sulle armi della resistenza

Mirko Molteni
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Gli ucraini oppongono una resistenza tenace all'esercito russo, che però non ha sfoderato subito tutta la sua potenza, ma sta aumentando lo sforzo per gradi. Ieri Kiev ha accusato Mosca di usare bombe a grappolo a Kharkiv. Si tratta di bombe d'aereo, o granate d'artiglieria, che contengono decine di bombette che si spargono per una vasta area. Per esempio la testata dei missili Tochka contiene fino a 50 sub-munizioni. Va però detto che né la Russia, né la stessa Ucraina, e nemmeno gli Stati Uniti, aderiscono alla Convenzione Onu per la messa al bando delle bombe a grappolo, in vigore dal 2010. Gli ucraini denunciano inoltre l'uso di bombe termobariche da parte russa, dopo che sono stati segnalati al fronte lanciarazzi cingolati TOS-1, che possono sparare testate simili. Le bombe termobariche creano una sovrappressione unita a un fortissimo calore. L'esercito ucraino ha beneficiato non solo di un suo arsenale d'origine ex-sovietica, ma anche di armi di fornitura straniera. Come il drone Bayraktar TB-2, fabbricato in Turchia dall'azienda di Selciuk Bayraktar, genero del presidente turco Recep Erdogan, avendone sposato la figlia Sumeyye. L'Ucraina ha ordinato fin dal 2019 gli almeno 54 droni turchi finora consegnati, ma appena lo scorso 3 febbraio, tre settimane prima dell'offensiva russa, Erdogan e il suo ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu sono stati in visita a Kiev concordando con il presidente Volodymir Zelensky la vendita di ulteriori TB-2. È un drone a elica in grado di pattugliare dal cielo un'area del raggio di 150 km per ben 27 ore, telecomandato da terra da tre specialisti. Porta ordigni anch' essi di produzione turca, ovvero il missile a guida laser Roketsan Cirit e la bomba, anch' essa a guida laser, MAM-L. L'uso del drone turco da parte ucraina data dallo scorso anno contro i filorussi del Donbass. Nell'ottobre 2021 un TB-2 distrusse postazioni d'artiglieria di Donetsk. Nell'attuale guerra i droni ucraini hanno bersagliato carri armati e camion, come il 28 febbraio, quando uno di essi ha colpito i russi a Malyn, 100 km a Nordovest di Kiev. I russi sostengono di averne abbattuti almeno sette.

 

 

GRAZIE DONALD
Altra importante arma dell'arsenale ucraino è un missile anticarro spalleggiabile, somigliante a un "bazooka", l'FGM-148 Javelin di fabbricazione americana. La decisione di dare Javelin a Kiev fu presa nel dicembre 2017 dal presidente americano Donald Trump. Le prime consegne furono effettuate nel marzo 2018, con 210 missili e 37 lanciatori, per un prezzo di 47 milioni di dollari. In seguito altri Javelin sono arrivati e fino a oggi, comprese le consegne di gennaio 2022, l'Ucraina ha ricevuto un totale di 1200 missili e 377 lanciatori. Come il "bazooka" e altri lanciatori portatili, il Javelin s' appoggia sulla spalla del soldato, che con i sensori del lanciatore identifica il bersaglio e ne "fissa" i dati nel missile. Poi fa fuoco e l'ordigno vola fuori dal tubo, dirigendosi da solo sul bersaglio guidato da una testata a infrarossi che ne rileva il calore. Per essere efficace contro i carri armati russi, che sopra la corazza hanno piastrelle aggiuntive, il Javelin monta due cariche cave in tandem, per una doppia azione. Suoi diretti avversari sono carri armati russi come il T-72 e il T-90. Il più moderno è il T-90 versione M, prodotto dalla Ural Vagon Zavod di Nizhni Tagil, storica fabbrica di carri soprannominata "la Vagonka".

 

 

Come tutti i carri russi, a differenza di quelli occidentali, anche il T-90M ha solo tre uomini d'equipaggio, anziché quattro, in modo da avere un mezzo compatto e dalla sagoma bassa sul terreno. Ha un motore Diesel a 12 cilindri a V da 1130 cavalli policombustibile, cioè può andare a gasolio, ma anche con altri carburanti. Il suo cannone da 125 mm ad anima liscia può sparare non solo granate perforanti, ma anche un piccolo missile anticarro Refleks a guida laser. Sulle torrette di molti carri i russi hanno installato delle specie di reti metalliche per causare l'esplosione prematura delle armi anticarro nemiche, riducendone la potenza. Se il carro è l'arma principe dei russi, per la devastazione delle aree nemiche prima dell'avanzata terrestre, Mosca ha usato centinaia di missili balistici o da crociera di vari tipi. Il Pentagono ha stimato che dal 24 febbraio in poi «i russi hanno sparato almeno 400 missili». Fra questi il 3M-54 Kalibr costruito dalla Novator di Ekaterinburg e lanciato specialmente contro Odessa dalle navi della Flotta del Mar Nero. Il Kalibr, che i russi hanno provato estesamente in Siria contro l'Isis, può volare a bassissima quota, anche solo 20-50 m da terra, per 1500 km e nella fase terminale accelera a velocità supersonica impattando sull'obiettivo. Ne sono dotati navi e sottomarini, ma ci sono versioni lanciabili da caccia Sukhoi dell'aviazione. 

 

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