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Russia, il capitano Vincenzo Meleca: "Putin non ha ancora schierato il tuo tank-Terminator", di cosa si tratta

Mirko Molteni
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Il capitano in congedo Vincenzo Meleca, che nell'Esercito Italiano ha comandato carri armati Leopard, ci ha spiegato retroscena e riflessioni sul conflitto ucraino, in particolare circa il ruolo delle forze corazzate. 

In Ucraina vediamo masse di mezzi corazzati come nelle guerre passate. Quindi il carro armato, che pareva antiquato nell'era dei missili e dei droni, ha un futuro?
«È vero, negli ultimi anni si dava per defunto il classico carro armato. Ma non è così. La guerra russo -ucraina dimostra che il tank rimane importante e può fare la differenza sul campo. Certo, tra le forze corazzate ucraine e quelle russe non c'è confronto. Gli ucraini hanno 1500 carri, in maggioranza T-64 vecchi e non aggiornati, il resto T-80, T-84 e T-72. I russi, a giudicare dalle foto satellitari, avrebbero schierato 2000 carri, fra T-72 modernizzati e più recenti T-90. Il carro offre copertura alla fanteria, così come la fanteria può aiutare i carristi contro le minacce anticarro. Inoltre il carro è un deterrente, la sua sola presenza serve a spaventare il nemico». 

 

Si esalta la resistenza ucraina che fa fallire i progetti russi di guerra lampo e distrugge intere colonne di carri. Qual è la verità? 
«Sui media s'è molto parlato di colonne chilometriche di veicoli dirette verso Kiev, ma vanno spiegate alcune cose. Anzitutto in queste colonne ci sono molte autobotti, per rifornire di gasolio carri e altri mezzi. Indica che i russi, fin dall'inizio prevedevano una guerra di vari giorni, non una guerra lampo. Poi, colonne in bella vista sulle strade indicano che i russi hanno davvero il dominio dell'aria, altrimenti sarebbero un facile bersaglio per l'aviazione ucraina. Sono anche un'ostentazione di sicurezza, perchè si reputa minimo il rischio di agguati partigiani. Le colonne marciano pian piano, senza fretta, sostano e ripartono, evidentemente coordinate con le trattative intavolate con gli ucraini». 

 

Quanto è efficace contro i carri la difesa ucraina coi Javelin Usa o gli RPG d'origine sovietica, o persino le bottiglie Molotov? 
«Vedere i civili ucraini che preparano le Molotov mi ha fatto tenerezza. Possono servire contro camion o blindati leggeri. Quando gli ucraini parlano della distruzione di decine di carri russi, in realtà, a guardare le immagini, sono soprattutto veicoli leggeri. È sbagliato che anche la stampa occidentale confonda i veicoli leggeri con i carri armati perché ciò può creare, nelle nostre classi politiche, l'impressione che la resistenza ucraina sia più forte della realtà. Peraltro, anche coi missili distruggere un carro armato non è facile. Chi spara il missile può mancare il bersaglio o colpire il tank da un'angolazione sbagliata, per cui l'energia della testata perforante si scarica di striscio. Una volta che hai sparato contro un carro, gli hai rivelato la tua posizione e lui ti arriverà addosso con le sue 45 tonnellate, un cannone e due mitragliatrici. Inoltre, sulla torretta di molti carri russi è stata montata una rete metallica che interferisce con gli ordigni anticarro». 

Mettiamoci nei panni dei carristi russi. Cosa provano ad avanzare in ambiente ostile con un mezzo del genere? 
«Noi carristi consideriamo la corazza del mezzo come una protezione molto coriacea, anche se sappiamo che può essere penetrata e che l'equipaggio può morire in un brutto modo, cioè bruciato. Ma la sicurezza psicologica che viene dalla mole e dalla protezione del carro è sempre superiore alla percezione dei possibili pericoli. Ci sentiamo un po' come i cavalieri del 1400, chiusi nella loro armatura».

 

Cosa dobbiamo aspettarci? 
«La pressione russa è graduale e le grandi città sono circondate. I russi vorrebbero far arrendere gli ucraini senza entrare a Kiev con sanguinosi combattimenti urbani. Che rappresentano anche un rischio politico perchè, come a Grozny nelle guerre cecene, carri in città uguale palazzi sventrati e perdite civili. Interessante è che non hanno ancora inviato al fronte due mezzi corazzati adatti alla lotta in città, cioè il semovente BMPT, detto Terminator, e il carro-robot telecomandato Uran-9, già provato in Siria. Alcuni Terminator sono però pronti su convogli ferroviari fermi alla frontiera».

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