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Russia, l'orrore del patriarca Krill: "Guerra giusta in Ucraina, contro chi sostiene i gay"

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Il patriarca di Mosca, Kirill  si è detto favorevole all’attacco da parte della Russia contro l’Ucraina. Kirill ha spiegato che quella ingaggiata dalla Russia "è una lotta contro la promozione di modelli di vita peccaminosi e contrari alla tradizione cristiana, e ha portato - come esempio - il Gay Pride", scrive il Corriere della Sera. "Per otto anni ci sono stati tentativi di distruggere ciò che esiste nel Donbass, dove c’è un rifiuto fondamentale dei cosiddetti valori che oggi vengono offerti da chi rivendica il potere mondiale. Oggi esiste un test per la lealtà a questo governo, una specie di passaggio a quel mondo 'felice', il mondo del consumo eccessivo, il mondo della libertà visibile. Sapete cos’è questo test? È molto semplice e allo stesso tempo terribile: è una parata gay. Le richieste di far svolgere una parata gay sono considerate un test di lealtà a quel mondo, così potente, e sappiamo che se popoli o Paesi rigettano quelle richieste, restano fuori da quel mondo", ha esclamato il Patriarca in un sermone detto nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca durante la Domenica del Perdono.

 



"Se l’umanità riconosce che il peccato non è una violazione della legge di Dio, se l’umanità concorda sul fatto che il peccato è una delle opzioni per il comportamento umano, allora la civiltà umana finirà lì. Le parate gay sono progettate per dimostrare che il peccato è una delle variazioni del comportamento umano. Si tratta della salvezza umana, di dove andrà a finire l’umanità". Kirill anni fa si era opposto all’annessione della Crimea da parte della Russia, ma poi si piano piano riallineato alle posizioni del Cremlino, definendo "forze del male" gli oppositori di Mosca.

 

Kirill, il patriarca di Mosca, è da sempre fedele a Putin. Recentemente aveva ricordato che i popoli russo e ucraino hanno una storia secolare comune, “che risale al battesimo della Rus da parte del santo principe Vladimir” (28 luglio 988). "Un modo per rimarcare il primato russo sul patriarcato di Kiev. E aveva già pronunciato parole ambigue. Condannando solo le uccisioni dei civili, ma benedicendo implicitamente i tank russi", scrive sempre il Corriere. 

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