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Sigonella, "Forte 11 rientrato": la misteriosa missione del drone italiano. Cos'è successo in Ucraina?

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Sigonella sta recitando un ruolo “oscuro” ma importante nella guerra in Ucraina. La base militare Usa, che è situata a pochi chilometri di distanza tra Catania e Siracusa, è utilizzata anche per mettere in funzione i droni statunitensi e della Nato: quando è in atto una crisi internazionale legata al Mediterraneo o all’Europa, da Sigonella vengono attivati i droni che servono per registrare quanto avviene nei luoghi di guerra, in questo caso l’Ucraina.

 

 

Già a gennaio diversi droni hanno preso il volo dalla base siciliana per capire quanto fossero reali le intenzioni della Russia di procedere con un’invasione che è stata negata fino al momento in cui non è effettivamente avvenuta. E forse anche grazie a quei viaggi gli americani avevano raccolto informazioni tali da essere sicuri dell’offensiva imminente da parte dei russi, anche quando nessuno ci credeva. La scorsa notte a Sigonella è avvenuto il rientro del drone Northorp Grumman RQ-4A Global Hawk, identificato come “Forte 11”. Tale aereo senza pilota ha videosorvegliato il Mar Nero e le zone limitrofe a quelle dell’azione russa in Ucraina.

 

 

L’obiettivo ovviamente è di raccogliere tutte le informazioni possibili sugli spostamenti delle forze di Mosca. Le perlustrazioni con i droni sul Mar Nero servono soprattutto per prevenire un eventuale sbarco anfibio russo a Odessa: nel caso l’esercito ucraino verrebbe avvisato immediatamente. Dal punto di vista tecnico, il drone “Forte 11” ha un’autonomia di almeno 30 ore e quindi non ha problemi a fare Sicilia-Ucraina-Sicilia per raccogliere dati.

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