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Polonia e l'invasione russa, "e poi che facciamo?". I segnali di un pericolo imminente

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Oggi a te domani a te. Sono giorni di preoccupazione a Varsavia: scioccata com'è dall'attacco all'Ucraina vive in queste ore una sindrome da invasione e si prepara come può a un eventuale attacco da parte della Russia. Le immagini di come è ridotta oggi Mariupol riapre vecchie ferite nella capitale polacca rasa al suolo alla fine del 1944 e costringe gli abitanti a darsi da fare, anche perché, come sottolinea Brunella Giovara nella sua corrispondenza per Repubblica, la fiducia nei russi, che pure liberarono e poi sovietizzarono Varsavia, è definitivamente crollata. E così, mentre si moltiplicano casi d'insonnia e depressione, c'è gente che cerca sui siti specializzati giubbotti antiproiettile o kit di piastre d'acciaio da inserire nelle giacche per stare più sicuri, c'è chi prepara borse d'emergenza con dentro documenti, fotografie vecchie di famiglia, medicinali, gli assorbenti, fazzoletti, cibo non deperibile, perché dice un'estetista all'inviata di Repubblica, "metti che vogliono colpire i rifornimenti di armi all'Ucraina, sbagliano la mira e colpi noi? Potrebbe allargarsi la guerra".

 

 

Preoccupazioni purtroppo tutt'altro che infondate visto che l'ex presidente russo Medvedev ha pubblicamente minacciato la Polonia. "Se dobbiamo combattere, lo faremo", dice Stanislaw Szuro, docente di storia a Cracovia e membro dell'Instytut Pileckiego. "Nella mia famiglia abbiamo sempre lottato per la Polonia libera". Un prozio morto ad Auschwitz, uno a Katyn. Un padre deportato a Sachsenhausen, liberato e poi imprigionato in un lager comunista per 10 anni. Una madre giusta tra le nazioni perché nascose una famiglia ebrea per un lunghissimo anno. "Noi polacchi sappiamo fin dal 1600 che la Russia è pericolosa. È il nostro nemico naturale". 

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