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Jet russi, generale Camporini: "Con che acciaio sono realizzati". Flop militare, l'indiscrezione decisiva

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L'esercito russo starebbe subendo parecchie perdite sul campo in Ucraina, stando a quanto riportano alcuni osservatori del conflitto. E non solo: pare pure che almeno il 60% delle munizioni e delle armi in dotazione alle forze russe abbia evidenziato dei gravi malfunzionamenti. Una grande quantità di ordigni, come riporta il Corriere della Sera, sarebbe rimasta inesplosa. Tali valutazioni sono state fatte sulla base di quanto trovato sul terreno.

 

 

 

Questo aumenta i dubbi sull’efficienza delle risorse russe. E soprattutto sull'esito del conflitto. A quanto pare, però, il flop delle armi di Mosca non sarebbe affatto una novità. Come ricorda Vincenzo Camporini sul Corsera, infatti, qualcosa di simile accadde durante il conflitto tra Georgia e Russia nel 2008. Al centro della contesa c'erano due territori rivendicati dai georgiani, l’Abkhazia e l’Ossetia Meridionale, che avevano proclamato la loro indipendenza. E quando Tbilisi lanciò un’operazione militare in quei territori, subito dopo si scatenò un pesante intervento russo. Alla fine dei cinque giorni di conflitto fu Mosca a trionfare, anche se molti sottolinearono la bassa qualità dei loro strumenti: oltre il 50% del munizionamento impiegato dalle forze russe non esplose.

 

 

 

Il problema, però, non starebbe nella progettazione delle armi, quanto nella loro realizzazione. "Quando si passa dai progetti ai prototipi e da questi ai prodotti in serie vengono alla luce gravi carenze nella qualità dei materiali e in quella dei processi di fabbricazione - scrive Camporini -. Per i velivoli vengono utilizzate leghe del tutto analoghe a quelle impiegate in Occidente ma di qualità così scadenti da richiedere spessori doppi, con un incremento dei pesi a scapito delle prestazioni finali".

 

 

 

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