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Inna Sovsun, il falco armato di fucile che spinge Zelensky alla guerra: chi è la donna che può far saltare i negoziati

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Russi e ucraini tornano a sedersi al tavolo dei negoziati. Il nuovo round per porre fine alla guerra deve ancora iniziare e già molti credono che finirà in un nulla di fatto. D'altronde uno dei due, che sia Vladimir Putin o Volodymyr Zelensky, dovrà pur cedere su qualcosa. Oltre all'irremovibile Mosca, gli accordi devono fare i conti anche con quelli che Il Giornale definisce i "falchi" ucraini. "Se la posizione ufficiale di Zelensky è quella di voler trattare e negoziare per raggiungere al più presto la fine della guerra, o almeno una tregua, alle spalle del presidente ucraino - si legge su Inside Over, sito di approfondimento del quotidiano - c’è chi non è altrettanto accomodante".

 

 

Di chi si tratta? Tra loro c'è sicuramente Inna Sovsun. La deputata del Parlamento ucraino per il partito d’opposizione Holos (Voce) ha infatti messo nero su bianco il sentimento comune in Ucraina, o almeno ai vertici: "Nessuna persona al mondo in questo momento si fida della parola di Putin". Per quanto riguarda i negoziati, "quello che ci viene offerto è un compromesso, non una pace giusta. Noi vogliamo che ci venga resa giustizia per i crimini russi e purtroppo quello che ci viene offerto è il congelamento del conflitto che può portare a un’altra guerra tra un anno, due o sette". Insomma, un modo come un altro per dire che gli ucraini non intendono cedere sulla ridefinizione dei territori come invece vorrebbe Putin.

 

 

È il caso della Crimea e del Donbass su cui la deputata all'Adnkronos si pronuncia così: "Chi è disposto a lasciare un pezzo del proprio Paese? Il principio della sovranità di uno Stato su cui si basa l’intera infrastruttura delle relazioni internazionali". E infine, ammettendo quello che sembrava solo essere un sospetto, ossia che i negoziati sono in altissimo mare: "Il principio fondamentale per concludere un accordo è che devi fidarti della persona con cui lo stai facendo. E non credo che ci sia una sola persona al mondo che possa dire di potersi fidare della parola di Putin". Oltre ai vertici della politica, il timore è che barricate a una trattativa vengano alzate anche dalla popolazione scesa in campo per difendere la propria patria. O, ancor peggio, dagli ultranazionalisti presenti in alcuni battaglioni in prima fila per contenere l’avanzata di Mosca. 

 

 

 

 

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