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Covid in Cina, "colpa del vaccino". Cosa c'è dietro l'esplosione dei contagi

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Se la "grande muraglia cinese" contro il Covid era stata efficace durante lo scoppio della pandemia nel 2020 e fino all'inizio del 2022, ora sembra crollare sotto l'assalto della variante Omicron e delle sue sotto varianti che sono molto più contagiose del virus originario di Wuhan e di altre mutazioni del coronavirus. Dopo le decine di migliaia di casi osservati a Shanghai nei giorni scorsi, ora i numeri del contagio stanno aumentando anche a Pechino. E non è difficile immaginare che presto saranno colpite altre città della Cina. 

 

 

Non bastano dunque i lockdown durissimi imposti dal governo e nemmeno i test obbligatori di massa, la chiusura delle attività, addirittura le deportazioni di persone positive in luoghi di detenzione, con tanto di separazione forzata tra genitori e figli minori. I casi quotidiani oscillano tra 20mila e 30mila.

Ma perché questi numeri? Cosa non sta funzionando in Cina? Il problema, spiegano gli esperti, sono le vaccinazioni. Negli anziani, riporta La Repubblica, si parla di una percentuale di vaccinati intorno al 50 per cento. Non solo. Il vaccino cinese ha livelli molto bassi di immunità che è intorno al 40 per cento. Troppo poco per contenere l'epidemia. Per questo si teme che possano non reggere gli ospedali. 

 

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