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Sondaggio, lo schiaffo a Zelensky: il "pensiero unico" di Putin? Uno choc: ecco cosa pensano gli italiani

Francesco Specchia
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Sì, è vero, in tv e nei media s' insidia sempre più un pensiero unico. Però non è quello dell'Ucraina e della Ue. È quello di Putin. L'ottica si sta rovesciando pericolosamente. C'è un sondaggio Swg tanto implacabile quanto sottostimato che gira nelle redazioni: il conflitto Russia-Ucraina s' ingolfa sempre più dei dubbi e dello scetticismo dell'italiano medio, al punto che oramai si è ribaltato l'ordine naturale delle cose. A parte le notizie sui genocidi ritenute credibili dalla maggioranza dei cittadini, be', tutte le altre informazioni -per quanto certificate, sottoposte al fact checking degli inviati sul campo- e tendenzialmente pro Ucraina vengono considerate meno attendibili della versione russa della realtà. Realtà putiniana che, il più delle volte è manipolata a monte dalla maskirovka, l'arte dell'inganno d'antica matrice sovietica usata come strategia militare. Tipo Michele Santoro che teme per una carneficina non degli ucraini invasi ma dei «120mila soldati russi, mentre gli ucraini sono 300mila...»,.

 

 

 


I PROFESSORI
O tipo Alessandro Orsini che racconta di essere stato contattato da madri di famiglia di Kiev con "bambini morti" che accolgono, di fatto, l'occupazione russa: «Professore, parli lei. Voi italiani siete impazziti a dare armi. La propaganda della Natoci fa credere che tutte queste persone vogliano la guerra»; naturalmente il tutto senza fornire alcuna prova delle sue corrispondenze dal fronte. E il problema sta proprio in questo mix reale/irreale, in questo rimescolamento continuo di suggestioni, notizie acclarate con boutade propagandistiche. Per Swg resta ferma, appunto, la certezza delle fosse comuni di Bucha e di Mariupol (per quanto negate l'altra sera da una collega russa ospite al Piazzapulita di Corrado Formigli che alla fine è sbottato...): la maggioranza degli italiani le ritiene "abbastanza/molto credibili" per il 51%, "poco/per niente credibili" per il 38%, "non saprei" per l'11%. E fin qui tutto bene. Poi, però, arrivano le sorprese su temi che davamo per scontati. Sul numero delle vittime tra i civili (attraverso notizie date dai principali tg e dagli inviati al fronte) le informazioni sarebbero per il 44% credibili, per il 46% poco/per niente, per 10% "non saprei". Sui successi della resistenza ucraina: credibili al 43%, false al 46%, incerte al 11%. Sull'impatto delle sanzioni sull'economia russa: 42% credibili, 49% non credibili, 9% "non saprei". E questo nonostante la governatrice della Banca centrale russa Nabiullina preveda - peggiorassero le sanzioni- un default tecnico della Russia tra tre settimane; ed è il motivo per cui la signora ha già offerto tre volte le dimissioni a Putin, sempre rifiutate.

 

 


Eppoi, eccoti una revisione inattesa della figura di Zelensky, considerato eroe totale in patria ma da noi solo per il 41% degli italiani, mentre il 52% lo ritiene un cialtrone da sit com televisiva se non un burattino in mano agli americani, e il 10% è dubbioso sul fatto che probabilmente, in fondo, il presidente ucraino se la sia cercata. Altri dubbi sorgono circa l'andamento dei negoziati, attendibili al 30%, inattendibili al 61%, ambigui al 9%; e circa lo stato di salute di Putin (17%, 67%, 16%). Eppoi, sulle perdite dell'esercito russo: ecco il 36% di informazione affidabile, il 53% inaffidabile, l'11% "non saprei". Tra l'altro, l'affollata categoria del "non saprei" rappresenta la comune opinione non di una certezza prudente, ma d'un dubbio che sta per sbocciare. Quindi la confusione aumenta. «Il fatto è che la gente sta diventando sempre più scettica, perché è assalita ogni giorno da una massa di informazioni contraddittorie e spesso non immediatamente controllabili. Non si riesce più a percepire la qualità delle notizie. Questo ingenera confusione e la confusione porta allo scetticismo. Ed è chiaro che il contraddittorio nei talk show appare quasi forzato, e, messi tutti gli interlocutori sullo stesso piano», ci dice Rado Fonda, il ricercatore Swg che ha pubblicato il sondaggio. A questo s' aggiunga che anche l'infallibile Alessandra Ghisleri, ai programmi La7 Coffee Break e L'aria che tira certifica, un cambiamento del "sentiment" in senso pro Putin. «La sensazione è che c'è una larga maggioranza di italiani che non ha alcuna voglia di schierarsi, perché l'Italia da sempre non vuole infilarsi nei conflitti. Questa cosa però viene considerata dai russi l'elemento che può rompere il fronte comune europeo e occidentale» dichiara la sondaggista di Euromedia Research. E rivela una verità banale: la troppa democrazia della tv italiana dà voce a controparti russe che, per lo più, sviluppano in diretta una negazione del reale e una fitta rete di castronerie.

 


ECCO I FRUTTI
La disinformazia russa sta producendo i suoi frutti, nello Stivale. Non ha torto Nathalie Tocci, Direttrice IAI, quando afferma che «In tv s' invitano ciarlatani e le loro bufale non vengono contrastate, ecco perché Lavrov sceglie l'Italia. Dove la trovi una tv come quella italiana in questo momento riguardo a questa guerra?». Cari Formigli, Berlinguer, Gruber, Giletti, Floris, anchormen d'indubbia bravura: siete i più democratici. Ma non è che, proprio per questo, alla fine, state facendo il loro gioco...? 

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