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Generale Dvornikov, indiscrezioni dal Donbass: così Putin ha punito il "macellaio della Siria"

Aleksandr Dvornikov

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Da almeno due settimane non si sa più nulla del generale Aleksandr Dvornikov, il "macellaio della Siria" che Vladimir Putin ha voluto a capo delle truppe in Ucraina dopo il flop dell'avanzata russa su Kiev. Il sospetto degli osservatori americani è che il generale possa essere finito nella lista dei "purgati" dello Zar che sarebbe furibondo per l'andamento della guerra, con i russi che stanno lentamente e con perdite ingenti di uomini e mezzi avanzando solo nel Donbass. 

 

 

Secondo quanto riporta Il Messaggero, che cita il New York Times, i vertici Usa ritengono che "l'esercito russo, sconfitto e demoralizzato dopo tre mesi di guerra, nella sua campagna per catturare una parte dell'Ucraina orientale sta commettendo gli stessi errori che lo ha costretto ad abbandonare la sua spinta a conquistare l'intero Paese". In questo scenario Dvornikov - che avrebbe dimostrato tutta la sua ferocia in Siria - avrebbe dovuto imprimere una svolta al conflitto. Aspettativa che invece sarebbe stata delusa. Per questa ragione il Cremlino lo avrebbe sospeso o rimosso. E l'ordine di Putin di conquistare tutto il Donbass entro il primo luglio, sarebbe la prova della sua insofferenza. 

 

 

Il generale Dvornikov, 61 anni, è stato al comando della Quinta armata nel 2008 ed è stato primo comandante dell'armata russa in Siria nel 2015. A oggi sono almeno nove i generali colpiti dalle "purghe" di Putin. Persino Valery Gerasimov, capo di stato maggiore dell'esercito, potrebbe essere stato sospeso visto che non appare in pubblico da tempo.

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