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Ucraina, la guerra in diretta: "Stiamo perdendo": l'annuncio choc dei soldati ucrani, perché i russi hanno campo libero

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La lenta ma inesorabile avanzata dei russi in Donbass, l'allarme sulla dipendenza dalle armi occidentali di Kiev. La guerra in Ucraina è in una nuova fase di stallo, con Severodonetsk che potrebbe segnare la svolta decisiva nel conflitto giunto al giorno 107. Sul piano diplomatico, tiene banco la sorte dei due mercenari inglesi condannati a morte nella Repubblica popolare di Donetsk dopo un processo definito "farsa" dal governo di Boris Johnson. Inquietano invece le parole del presidente Vladimir Putin, che si è di fatto paragonato allo Zar Pietro il Grande.  


Ore 21.35 Macron pronto a operazione per sbloccare il porto di Odessa
Il presidente francese riprende l'iniziativa internazionale sul dossier più caldo del momento, quello della 'guerra del grano' sul quale si è impantanato anche l'attivismo diplomatico del presidente turco Erdogan, e fa filtrare da una fonte dell'Eliseo la notizia che Parigi è "pronta a partecipare a un'operazione" per "sbloccare il porto di Odessa" e riprendere l'esportazione dei cereali ucraini. "Siamo a disposizione delle parti - ha dichiarato un consigliere della presidenza - affinché venga organizzata un'operazione che consenta di accedere al porto di Odessa in totale sicurezza, così da far passare le navi nonostante le acque siano state minate". Ma, per ora, non trapelano dettagli. 

Ore 20.55 Allarme di Kiev: "Armi quasi finite, stiamo perdendo"
Le forze russe si consolidano nel Donbass. E sebbene "Severodonetsk, Lysychansk e altre città dell'est stiano ancora in piedi" e le truppe di Kiev abbiano contrattaccato a Kherson, nel sud, l'Ucraina sta perdendo la prima linea contro la Russia per mancanza di armi. La constatazione arriva direttamente dall'intelligence ucraina, che rilancia l'appello agli occidentali a fornire le armi necessarie a Kiev per respingere l'invasione di Vladimir Putin. Appello al quale - a detta del governo di Volodymyr Zelensky - gli alleati rispondono sempre più lentamente e con minore generosità di quanto si aspettasse all'inizio. 

 

Ore 20.15 Distrutta una base Wagner a Kadyivka
Il governatore della regione di Lugansk (una delle due regioni del Donbass), Serhi Haidai, ha annunciato che l'esercito ucraino ha distrutto una base del gruppo privato russo Wagner nella citta' occupata di Kadyivka; ha aggiunto che e' sopravvissuto un solo mercenario ma non ha specificato il numero dei morti

 

Ore 19.30 Obama: "La guerra è ben lungi dall'essere finita"
La guerra in Ucraina "e' tutt'altro che finita" e "i costi umani continueranno a salire". Lo ha detto l'ex presidente Usa, Barack Obama al Copenhagen Democracy Forum. "Abbiamo assistito all'eroica resistenza del popolo ucraino all'aggressione russa. Si sono uniti per difendere non solo la loro sovranità, ma la loro identità democratica, e hanno radunato gran parte del mondo dietro i valori dell'autodeterminazione e della dignità umana", ha affermato Obama. 

 

Ore 18.50 Inviato Usa: "Russi vogliono annettere Kherson"
"Al posto degli amministratori locali che i russi hanno arrestato, sono stati nominati esponenti per procura, come nel 2014 a  Donetsk e Luhansk. Il sindaco di Kherson è stato sostituito con un  filorusso, pregiudicato, di Zaporizhzhya". "Sono stati costretti a  raschiare il fondo del barile per trovare qualcuno. L'intelligence  russa cerca di cooptare politici locali con minacce o corruzione". 

 

Ore 17.55 Scambio di prigionieri fra Russia e Ucraina
Russia e Ucraina hanno effettuato un nuovo scambi di prigionieri, nel cui ambito e' riuscito a tornare a casa Oleg Pylypenko, capo della comunita' territoriale di Shevchenkivska tenuto prigioniero per due mesi. Lo ha annunciato il capo dell'amministrazione militare regionale di Nikolaev, Vitaly Kim, come riporta l'agenzia Unian, secondo la quale nello scambio di prigionieri 28 militari e 13 civili sono stati rimpatriati in Ucraina.

 

Ore 17.42 Vice capo intelligence ucraino: "La Russia può continuare guerra per un anno"
La Russia sta finendo i missili di precisione e sarà in grado di continuare la guerra al ritmo attuale solo per un anno. Lo ha affermato il vice capo dell'intelligence militare ucraina Vadym Skibitsky, aggiungendo che la Russia sta effettuando molti meno attacchi missilistici e usando razzi Kh-22, "vecchi missili sovietici fabbricati negli anni '70". "Questo dimostra che la Russia sta finendo i missili ad alta precisione", ha affermato Vadym Skibitsky. "Il Cremlino potrebbe tentare di congelare la guerra per qualche tempo per convincere l'Occidente ad annullare le sanzioni, e poi continuare l'aggressione", ha aggiunto. "Il loro obiettivo è tutta l'Ucraina e non solo l'Ucraina".

 

Ore 16.29 Macron in visita in Romania e Moldavia, in agenda Kiev
Emmanuel Macron si recherà martedì prossimo in visita in Romania, dove incontrerà le truppe francesi di stanza nel paese, poi in Moldavia per rinnovare l’appoggio a quel paese coinvolto nel conflitto in Ucraina. Lo ha annunciato l’Eliseo, rispondendo - a chi chiedeva conferme su una possibile visita del presidente a Kiev - che tale decisione "non è stata ancora presa", ma che Macron si recherà in Ucraina "in tempo utile".

 

Ore 15.38  Nuove sanzioni della Svizzera contro Mosca, anche embargo petrolio
Anche la Svizzera, seguendo l'Ue, ha deciso di partecipare all'embargo sul greggio russo. Lo ha stabilito oggi il Consiglio federale, che ha pure aderito alle sanzioni contro altre centinaia di cittadini russi — in vigone dalle 18 di oggi — , tra cui Aleksandra Melnichenko, moglie dell'oligarca Andrey, che è esclusa dal sistema interbancario internazionale Swift Sberbank, il più grande istituto di credito russo.

Ore 14.20  Gb, Johnson: faremo tutto possibile per rilascio prigionieri
Il primo ministro britannico, Boris Johnson, si è detto "sconvolto" dalle condanne a morte inflitte ai cittadini britannici Aiden Aslin e Shaun Pinner e ha ordinato ai ministri di fare "tutto ciò che è in loro potere" per ottenere il loro rilascio.


Ore 13.35: Mosca, "da Londra isteria sulla pena di morte per i mercenari"
La Russia ha definito "isterica" la reazione di Londra alla condanna a morte dei due mercenari britannici, comminata da un tribunale dell'autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk. In una nota, rilanciata dall'agenzia Ria Novosti, il ministero degli Esteri di Mosca ha poi sottolineato che i due britannici sono "esattamente dei mercenari e non dei prigionieri di guerra". 

Ore 13.31: Zelensky, "i cittadini europei ci vogliono nell'Ue"
"Perché, se i sondaggi mostrano che il 71% degli europei considera l'Ucraina parte della famiglia europea, ci sono ancora scettici politici che esitano a permetterci di trasferirci nell'Unione Europea?". Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky intervenendo ai partecipanti al vertice democratico di Copenaghen. Lo riporta Ukrinform. "Perché, se i valori fondamentali dell'Europa presuppongono che ogni nazione abbia la stessa importanza e debba essere ugualmente rispettata, al popolo ucraino è stato detto per così tanto tempo che deve rimanere nella zona 'grigia' tra l'Unione Europea e la Russia?", aggiunge. 

Ore 13.11: Nato e Csto, vertici strategici contrapposti
Bucarest e Erevan: le due città sono separate dal Mar Nero e da oltre 2mila chilometri da percorrere aggirandolo da sud e passando da Istanbul, ma oggi ospitano due riunioni strategiche "contrapposte" nell'ottica della crisi Ucraina. Nella capitale romena, i leader dei cosiddetti "nove di Bucarest", i Paesi del "fianco orientale" dell'Alleanza atlantica, si riuniscono con il segretario generale Nato, Jens Stoltenberg, per parlare dell'aiuto militare e umanitario all'Ucraina. La Polonia in particolare ha appena firmato un accordo da 650 milioni di dollari per la fornitura di obici, ma già in precedenza aveva fornito aiuti per oltre 1,73 miliardi. Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania e Slovacchia, si sono accordati come "Nove di Bucarest" già nel luglio 2014 a Varsavia, in piena crisi dovuta all'invasione della Crimea da parte della Russia, ma la formazione che rappresenta gli interessi "orientali" della Nato si è istituzionalizzata solo a fine 2015, a Bucarest appunto. Intanto, oggi a Erevan, si sono riuniti i ministri degli Esteri dei Paesi membri dell'Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (Csto), l'alleanza militare guidata dalla Russia e che comprende Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan


Ore 12.58: Ambasciatore Melnyk, "Ucraina scudo d'Europa"
"Stiamo combattendo per la nostra libertà e per quella dei cittadini europei. Siamo lo scudo dell'Europa": lo ha detto l'ambasciatore d'Ucraina in Italia, Yaroslav Melnyk intervenendo nella sala della Protomoteca in Campidoglio per la presentazione del progetto "Summer Camp di Villa Fassini", dedicato a mamme e bambini ucraini rifugiati nella Capitale. "Ringrazio il governo italiano - sono le parole dell'ambasciatore - per l'accoglienza dei cittadini ucraini scappati della guerra. Più di 130mila ucraini sono stati accolti in Italia. Una cifra molto importante. L'Italia ha fatto passi concreti per il nostro Paese. Gli aiuti non sono una carità ma un investimento nella sicurezza comune". 

Ore 12.51: Massolo, "rischiamo la linea Maginot nel cuore dell'Europa" 
"Tutti noi auspichiamo che la guerra finisca presto e che si arrivi ad una forma di pace negoziata, perché questo consentirebbe di iniziare a pianificare quello che un giorno sarà il futuro ordine della sicurezza in Europa. Purtroppo mi duole constatare che la situazione sul terreno non sembra andare in quella direzione". Ad affermarlo all'Adnkronos è l'ambasciatore Giampiero Massolo, presidente di Atlantia e dell'Ispi, analizzando la fase attuale del conflitto in corso e le sue possibili implicazioni future. "Manifestamente -spiega Massolo all'Adnkronos- la parte russa, che è aggressore, non vuole cessare l'aggressione ed anzi ritiene di poter consolidare le sue posizioni, mentre la parte Ucraina ritiene di avere ancora molto da difendere. Il rischio che corriamo è quello di una linea Maginot nel cuore dell'Europa, di un conflitto che non finisce in maniera negoziata". Questo, secondo il diplomatico, "non è sicuramente nell'interesse dell'Europa né dell'Italia, significherebbe il perdurare del contrasto e quindi anche delle sanzioni. Però non possiamo in alcun modo fare sì che la guerra finisca con la vittoria dell'aggressore, ed è per questo che continuiamo ad aiutare l'aggredito, nel rispetto delle norme di diritto internazionale". 

Ore 12.36: Serbia-Ungheria, firmato accordo su deposito di gas
Serbia e Ungheria hanno firmato oggi a Belgrado l'accordo formale che consentirà alla Serbia di immagazzinare in Ungheria 500 milioni di metri cubi di gas in vista del prossimo autunno-inverno, che si annuncia difficile in termini di approvvigionamenti per via della crisi legata al conflitto armato in Ucraina. Una intesa questa che era stata raggiunta nelle scorse settimane in un incontro a Novi Sad (nord della Serbia) fra il presidente serbo Aleksandar Vucic e il premier ungherese Viktor Orban. E che era stata poi definita in un incontro a Budapest il 25 maggio scorso fra i rappresentanti dei due governi. A siglare l'intesa sono stati oggi i responsabili delle compagnie Srbijagas e MVM CEEnergy Zr, alla presenza del ministro delle finanze serbo Sinisa Mali e del ministro degli esteri e del commercio ungherese Peter Szijjarto. I due ministri da parte loro hanno sottoscritto un Memorandum sulla prosecuzione della collaborazione bilaterale nel campo energetico. Sulla base dell'accordo fra Belgrado e Budapest, la Serbia potrà estrarre dai depositi ungheresi in ottobre tre milioni di metri cubi al giorno di gas, in novembre, dicembre e gennaio sei milioni di metri cubi al giorno, e tre milioni di metri cubi al giorno in marzo.  

Ore 11.51 Braccio destro di Medvedchuk accusato di tradimento

Mikhail Pogrebinsky è stato denunciato dall’ufficio del procuratore di Kiev: l’accusa a suo carico è di tradimento. Pogrebinsky è un politologo molto conosciuto in Ucraina, dato che è stato consigliere di Viktor Medvedchuk, politico filorusso che è attualmente detenuto. Stando a quanto riporta Ukrainaska Pravda, dalle indagini sarebbe emerso l’impegno di Pogrebinsky a rilasciare interviste e dichiarazioni in tv con lo scopo di appoggiare la Russia contro l’Ucraina. In particolare l’intelligence ha messo le mani su alcuni documenti in cui il politologo sostiene la “denazificazione” e “smilitarizzazione” dell’Ucraina.

Ore 10.44: Metsola, "criminali di guerra da giudicare senza pietà"
"C'è sempre spazio per la diplomazia, c'è sempre spazio per il dialogo, c'è sempre spazio per discutere per finire una guerra non necessaria e non provocata. Ma bisogna anche assicurare che chi commette un crimine, perché parliamo molto di stato di diritto, dev'essere giudicato. Quindi dobbiamo essere pronti che quando ricostruiamo l'Ucraina, portiamo a giudizio i criminali di guerra senza pietà". Lo ha dichiarato la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, al summit sulla democrazia di Copenhagen. 

Ore 10.34: Orban, "embargo al gas russo sarebbe un disastro per l'Europa"
Un embargo Ue sul gas russo sarebbe un disastro per l'intera Europa: lo ha sottolineato il primo ministro ungherese Viktor Orban in un intervento alla radio radio pubblica Kossuth. "L'embargo sul gas (russo) sarebbe irragionevole e rovinerebbe l'intera Europa", ha detto Orban, secondo il quale si dovrebbe puntare su altre soluzioni, a partire dai negoziati di pace, anziché continuare a imporre sanzioni. "Non si tratta solo di capire se l'Ungheria è in grado di farlo o meno - ha aggiunto - è una questione che riguarda tutta l'Europa". "L'Unione Europea sta finanziando la situazione di guerra", ha dichiarato Orban, secondo il quale bisognerebbe al contrario "finanziare la pace". Il premier è poi tornato ad attaccare il suo nemico storico, il finanziere e filantropo ungherese-americano George Soros, "il simbolo di coloro che vogliono prolungare la guerra, un istigatore". 

Ore 10.18: "La Russia vuole il controllo del Lugansk il 12 giugno"
Le truppe russe stanno cercando di stabilire il pieno controllo sulla regione di Lugansk entro il 12 giugno, data della celebrazione del Giorno della Russia: parola del capo dell'Amministrazione militare regionale Sergiy Gaidai su Facebook. Gaidai ha anche riferito che i combattimenti stanno continuando nella città dell'Ucraina orientale di Severodonetsk e negli insediamenti di Hirske e Popasna: "Severodonetsk regge, ma i russi stanno distruggendo tutto. Il mondo russo è un deserto. Il nemico sta cercando di raggiungere questo obiettivo", ha scritto Gaidai. 

Ore 9.47 "I russi ritirano le truppe Buryat da Severodonetsk" 
Il capo dell'amministrazione militare regionale di Luhansk, Sergiy Gaidai, ha affermato che i russi hanno ritirato le truppe Buryat da Severodonetsk perché "muoiono come mosche. Sono molto più deboli dei nostri difensori". Lo riporta Ukrainska Pravda

Ore 9.20: "Elimineremo i confini con la Crimea"
In un futuro non lontano, i confini tra la regione di Kherson e la Crimea saranno rimossi, e "questo aiuterà anche l'esportazione di grano non solo verso la Russia ma anche verso altri stati". Così Kirill Stremousov, vice-capo dell'amministrazione militare-civile filorussa della regione di Kherson, intervenendo sul programma televisivo Solovyov Live

Ore 9.08: Kiev, "morti 31.900 soldati russi"
Ammonterebbero a 31.900 le perdite fra le fila russe dal giorno dell'attacco di Mosca all'Ucraina, lo scorso 24 febbraio. Lo rende noto il bollettino quotidiano dello Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, appena diffuso su Facebook, che riporta cifre che non è possibile verificare in modo indipendente. Secondo il resoconto dei militari ucraini, a oggi le perdite russe sarebbero di circa 31.900 uomini, 1.409 carri armati, 3.450 mezzi corazzati, 712 sistemi d'artiglieria, 222 lanciarazzi multipli, 97 sistemi di difesa antiaerea. Stando al bollettino, che specifica che i dati sono in aggiornamento a causa degli intensi combattimenti, le forze russe avrebbero perso anche 212 aerei, 178 elicotteri, 2.438 autoveicoli, 13 unità navali e 572 droni. 

Ore 8.35: Londra, "Aislin e Pinner non sono mercenari, sentenza farsa"
La famiglia di Aiden Aslin, il combattente britannico per le forze ucraine catturato e condannato a morte insieme al collega Shaun Pinner da un tribunale filo-russo della repubblica di Donetsk, ha lanciato un appello alle autorità di Londra e Kiev perché "facciano tutto quello è in loro potere affinché ritornino a casa sani e salvi, presto". "Lui e Shaun in quanto membri delle forze armate ucraine dovrebbero essere trattati con rispetto come qualsiasi altro prigioniero di guerra. Non sono, e non sono mai stati, mercenari", hanno sottolineato i parenti del giovane, esprimendo la speranza che "la sentenza venga annullata". Il ministro degli Esteri britannico, Liz Truss, ha già condannato la "sentenza farsa senza alcuna legittimità" e solleverà il tema con il collega ucraino Dmytro Kuleba quando lo sentità in giornata. 

Ore 8.25: "La Russia controlla la maggior parte di Severodonetsk
"I combattimenti continuano intorno a Severodonetsk. La Russia ha di nuovo il controllo della maggior parte della città, ma le sue forze hanno fatto pochi progressi nei tentativi di circondare l'area più ampia da nord e da sud". Lo ha affermato l'intelligence britannica in un nuovo aggiornamento sulla situazione sul campo in Ucraina. Stando a quanto riferito dall'account Twitter del ministero della Difesa britannico, la situazione a livello umanitario si sta sempre più aggravando ed "è probabile che a Kherson vi sia una grave carenza di medicinali, mentre Mariupol è a rischio di una grave epidemia di colera", con casi già segnalati da maggio. "È probabile che i servizi medici a Mariupol siano già prossimi al collasso - hanno aggiunto i servizi britannici - una grave epidemia di colera a Mariupol aggraverà ulteriormente la situazione". 

Ore 8.08: "Rischio colera a Mariupol"
La autorità occupanti russe "stanno lottando" nel tentativo di ripristinare i servizi pubblici di base per la popolazione nei territori occupati mentre a Mariupol diventa sempre più grande il rischio di una grave epidemia di colera. Così il Ministero della Difesa britannico nel suo ultimo rapporto sulla situazione in Ucraina. Secondo l'intelligence di Londra, "l'accesso all'acqua potabile è incostante, mentre continuano le gravi interruzioni dei servizi telefonici e di Internet. Sussiste probabilmente una grave carenza di medicinali a Kherson, mentre Mariupol è a rischio di una grave epidemia di colera. Da maggio sono stati segnalati casi isolati di questa malattia. I servizi medici a Mariupol sono probabilmente già vicini al collasso" e un'eventuale epidemia "aggraverà ulteriormente la situazione". Inoltre, l'intelligence britannica conferma che i combattimenti continuano intorno a Severdonetsk, della quale "la Russia ha di nuovo il controllo della maggior parte", anche le sue forze hanno fatto pochi progressi nei tentativi di circondare l'area tuttora mantenuta dai difensori, che sono trincerati nella zona industriale. 

Ore 7.48: "Esercito ucraino arretra in prima linea"
L'Ucraina sta perdendo contro la Russia in prima linea e ora dipende quasi esclusivamente dalle armi provenienti dall'Occidente per combattere Mosca. Lo ha dichiarato il vice capo dell'intelligence militare ucraina, Vadym Skibitsky, in un'intervista pubblicata questa mattina dal quotidiano britannico The Guardian. "Questa è ormai una guerra di artiglieria. I fronti sono ora il luogo in cui si deciderà il futuro e stiamo perdendo in termini di artiglieria. Tutto ora dipende da ciò che l'Occidente ci dà", ha sottolineato Skibitsky. Secondo il funzionario, la superiorità numerica dell'artiglieria russa su quella ucraina è di 15 a uno. "I nostri partner occidentali ci hanno dato circa il 10 per cento di quello che hanno", ha sostenuto il funzionario, precisando che le forze di Kiev usano 5-6 mila colpi di artiglieria al giorno. "Abbiamo quasi esaurito tutte le nostre munizioni e ora stiamo usando proiettili standard Nato calibro 155 millimetri. Anche l'Europa fornisce proiettili di calibro inferiore, ma, man mano che li esaurisce, la quantità sta diminuendo", ha affermato Skibitsky. 

Ore 7.36: "I russi hanno lanciato di tutto tranne la bomba atomica"
Le forze russe "hanno lanciato sul fronte praticamente tutto ciò che si può lanciare ad eccezione delle armi nucleari". Lo ha detto in una conversazione con la Bbc Mikhaylo Podolyak consigliere del presidente Volodymyr Zelensky.

Ore 7.26: "Putin celebra Pietro il Grande e si paragona a lui"
Nei commenti rilasciati alle tv russe in occasione del 35esimo anniversario dalla nascita di Pietro il Grande, il presidente russo Vladimir Putin si è paragonato allo Zar tracciando un parallelo tra quelle che ha descritto come le loro due imprese storiche gemelle per riconquistare le terre russe: "A quanto pare, spetta anche a noi restituire (ciò che è della Russia) e rafforzare (il Paese). Se partiamo dal fatto che questi valori fondamentali costituiscono la base della nostra esistenza, riusciremo sicuramente a risolvere i compiti che abbiamo di fronte", ha detto, citato dal Guardian

Ore 6.44: "I russi avanzano a Severdonetsk ma scarsi progressi"
"I combattimenti continuano intorno a Severdonetsk. La Russia ha di nuovo il controllo della maggior parte della città, ma le sue forze hanno fatto pochi progressi nei tentativi di circondare l'area più ampia da nord e da sud". E' quanto si legge nel bollettino quotidiano dell'intelligence britannica sull'invasione dell'Ucraina. 

Ore 02.35: Zelensky a Macron, "Coordiniamo il percorso di ingresso dell'Ucraina in Ue"
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il presidente francese Emmanuel Macron hanno discusso del sostegno umanitario e militare all'Ucraina durante una telefonata. Ad annunciarlo lo stesso Zelensky con un tweet che ha detto di aver aggiornato il suo omologo francese sulla situazione al fronte. "Particolare attenzione è stata dedicata al percorso di avvicinamento dell'Ucraina verso l'Unione Europea - si legge sul social - stiamo coordinando i passi". 

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