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Medvedev choc: "Possono succedere incidenti", terrore in Europa

Mirko Molteni
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All'indomani del Consiglio di sicurezza Onu sul rischio di disastro alla centrale nucleare ucraina di Zaporizhia, vicino a cui cadono ordigni di cui russi e ucraini si accusano a vicenda, l'allarme è invariato. L'ambasciatore russo alle Nazioni Unite, Vasyli Nebenzia, ha rigettato l'ipotesi di una «zona smilitarizzata» attorno al sito atomico: «Non possiamo escludere nessuna provocazione o attacco terroristico contro la centrale che dobbiamo proteggere». L'ambasciatore ucraino SergiyKyslytsya ha ribattuto: «La Russia ricorre a pericolose provocazioni e alla messa in scena del bombardamento della stessa centrale. I russi sono noti per i loro elaborati piani d'inganno».
Kiev appoggerebbe l'ispezione dell'Agenzia Internazionale dell'Energia Atomica, l'AIEA, alla cui testa vorrebbe porsi lo stesso direttore dell'agenzia, Rafael Grossi. Secondo le autorità filorusse della zona, occupata dalle truppe di Mosca, razzi ucraini avrebbero ancora lambito la centrale. Per l'amministratore Vladimir Rogov: «Colpi ucraini si sono abbattuti a soli 10 metri da un deposito di combustibile nucleare esaurito nella centrale». Chiunque spari presso l'impianto, per fortuna evitando i sei reattori a fissione, alimenta una crisi spendibile da entrambe le propagande. L'ex-presidente russo, attuale vicecapo della sicurezza nazionale, Dimitri Medvedev ha tuonato: «Quei pezzi di m... a Kiev e i loro sostenitori occidentali sembrano pronti a creare un'altra Chernobyl». Ha aggiunto, vagheggiando minacce velate: «Non dimentichiamo che anche l'Unione Europea ha centrali nucleari. E anche lì possono succedere incidenti». La centrale marcia al 70% della potenza e l'agenzia atomica ucraina Energoatom ha asserito alla CNN che «l'impianto sta funzionando col rischio di violare gli standard delle radiazioni e le regole di sicurezza antincendio». Intanto la BBC ha pubblicato testimonianze raccolte via cellulare dal personale della centrale. Una dipendente, tale Svitlana, dice: «La mia giornata è uno stress costante. Sabato scorso hanno bombardato l'impianto dell'azoto-ossigeno, provocando un incendio. Per miracolo le persone che lavoravano lì sono sopravvissute».

 


Sul fronte militare, il ministro della Difesa ucraino Oleksy Reznikov plaude all'arrivo dalla Gran Bretagna di nuovi lanciarazzi M270. Ma il presidente Volodymir Zelensky, oltre a dichiarare di aver sentito il Papa, aggiornandolo sugli orrori commessi dai russi, invita i suoi generali a tacere sulle operazioni militari per non rivelare dettagli al nemico: «Meno dettagli fornirete sui nostri piani, meglio sarà.

 

 

 


Non è il momento della vanità e delle dichiarazioni altisonanti». Pare che Zelensky ce l'avesse col generale Dmytro Marchenko che aveva sbandierato nuovi attacchi con razzi ai ponti sul fiume Dnipro, allo scopo di preparare una controffensiva ucraina nel Kherson battendo le vie di rifornimento dei russi.
Sempre nel Kherson, a Nova Khakova, gli ucraini hanno causato esplosioni in un'area occupata dai russi sparando coi lanciarazzi americani M142 Himars. A Melitopol, dove è attiva una lotta partigiana ucraina, un attentato ha ferito l'esponente filorusso locale Ivan Shostak, impegnato nell'organizzare un referendum per l'annessione alla Russia. Frattanto, a conferma dello sblocco della situazione alimentare, è arrivata ieri sera nel porto di Ravenna la prima nave cerealicola approdata in Italia dall'Ucraina dopo l'accordo di Istanbul. È un cargo con bandiera maltese, carico di 15.000 tonnellate di semi di mais e partito il 5 agosto dal porto di Chornomorsk, presso Odessa.

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