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Lukoil, morto il vicepresidente Maganov: "Caduto dal 6° piano", sospetti su Putin

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Un altro strano "suicidio" scuote la Russia. Il vicepresidente del consiglio di amministrazione di Lukoil, Ravil Maganov, è infatti morto mentre si trovava ricoverato al Central Clinical Hospital a ovest di Mosca. Lo hanno riferito oggi, giovedì 1 settembre, all'agenzia di stampa Tass le forze dell'ordine. 

"Il capo del consiglio di amministrazione di Lukoil, Maganov, si è suicidato nel Central Clinical Hospital di Marshala Tymoshenko Street. Era stato ricoverato in ospedale - secondo alcune fonti di stampa - per un infarto. Inoltre, aveva assunto antidepressivi", ha riferito la fonte delle forze dell'ordine alla Tass. Il magnate è morto cadendo dal sesto piano della struttura. E la sua dipartita è subita stata bollata come suicidio.

Maganov, nato nel 1954 ad Almetievsk e in Lukolil dal 1993 "è caduto dalla finestra dalla del Central Clinical Hospital ed è morto per le ferite riportate", ha riferito una fonte informata a Interfax. Il manager, 64 anni, aveva  lavorato a Lukoil sin dal 1993. Era a capo del board dal 2020, ed era uno dei più stretti collaboratori di uno dei fondatori della società, Vagit Alekperov

Lo scorso marzo il board del colosso petrolifero, presieduto proprio da Manganov, aveva chiesto pubblicamente, con un comunicato, "la rapida fine del conflitto armato" in Ucraina, esprimendo "sincera vicinanza a tutte le vittime". Nel comunicato si leggeva: "Supportiamo, con forza, la ricerca di un cessate il fuoco duraturo e una risoluzione dei problemi tramite negoziazioni serie e sforzi diplomatici. Lukoil, in tutte le sue attività, aspira a contribuire alla pace, alle relazioni internazionali, ai legami umanitari". Parole che, per certo, Vladimir Putin non aveva gradito: Lukoil era stato uno dei pochissimi gruppi russi ad esprimersi in modo esplicito sull'invasione dell'Ucraina. E, ovviamente, la circostanza scatena più di un sospetto sulla drammatica morte di Maganov.

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