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Vittorio Feltri, la vendetta di Putin contro l'Italia. Qual è il nostro grave errore

 Vittorio Feltri

Vittorio Feltri
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Come ha ben scritto nell'edizione di ieri Libero, è in arrivo l'austerity, che vuol dire stringere la cinghia e battere i denti per il freddo. Infatti la Russia, alla quale abbiamo inflitto delle sanzioni, sta mettendo in atto delle ritorsioni per puro spirito di vendetta. Non vede l'ora di gustarsi lo spettacolo mentre sprofondiamo nella più cupa disperazione. La cosa ovviamente preoccupa me come tutti, ma non mi stupisce. Da quando ho l'età della ragione (si fa per dire) ho maturato una convinzione: se tu per un qualsiasi motivo tiri un calcio nel sedere a qualcuno devi solo aspettarti che questi cerchi di restituirtelo. Questo è ciò che sta accadendo tra noi e i moscoviti.

 

 

Da anni siamo tributari degli ex sovietici in materia di gas, perché per pura imbecillità non siamo stati capaci di renderci energeticamente autonomi. Non abbiamo incrementato le centrali idroelettriche, abbiamo trascurato i pozzi da cui estrarre il metano e del nucleare non ne abbiamo voluto sapere, votando addirittura due volte contro i referendum sull'utilizzo delle centrali atomiche. Ci siamo comportati da stupidi in modo clamoroso e adesso per completare l'opera ci impegniamo per litigare con i nostri principali fornitori di gas i quali ovviamente ci hanno chiuso i rubinetti. Tra pochi mesi saremo in inverno e non ci sarà da ridere ma tremeremo per il gelo, mentre il nostro sistema produttivo ed economico andrà a gambe all'aria.

 

 

 

Intendiamoci, io non ho alcuna simpatia per Putin che mi ricorda Stalin, ma proprio per questo avrei evitato di scontrarmi con lui perché ha dichiarato guerra all'Ucraina. Da che mondo è mondo le nazioni si combattono ferocemente, lo sanno anche i bambini delle elementari. Quindi non ci dobbiamo stupire se lo zar e l'ex comico di Kiev si scannano, e non capisco il motivo per cui tra i due litiganti noi italiani vogliamo metterci il becco. Un conto è ospitare i profughi in fuga dalla loro patria in fiamme, un altro è parteggiare per uno dei belligeranti fornendogli finanziamenti e armi che servono solo a prolungare la pugna. Queste sono pratiche in cui sono maestri gli americani, che hanno massacrato il Giappone, il Vietnam, l'Irak e l'Afghanistan col pretesto di esportare la democrazia, notoriamente inesportabile.

 

 

Tutti noi occidentali siamo favorevoli alla pace, ma dovremmo sapere che se due paesi si scontrano tocca a loro cessare il fuoco, cioè trovare il modo per smetterla di mandare al macello i propri cittadini. Non si tratta di una operazione semplice, per carità, però merita di essere tentata senza che si intrufolino altri stati amici o finti tali. L'Italia in particolare, con tutti i problemi che la tormentano, non ha certo le energie e i mezzi per andare contro la Russia. La regola che vale è sempre la stessa: se ciascuno si occupasse dei fatti propri non ci sarebbero più conflitti. 

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