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Azov, "liberati centinaia di soldati": cosa ha voluto Mosca in cambio

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Centinaia di uomini del battaglione Azov e una decina di foreign fighters sono stati liberati ieri in uno scambio di prigionieri con Mosca. Uno spiraglio aperto a sorpresa da Putin in persona, come scrive Battistini sul Corriere della Sera. Una concessione negoziale da non sottovalutare. Anche perché si trattava di soldati già pronti alla condanna a morte. La clamorosa notizia è stata data nella notte da Suspline, la radio ufficiale ucraina.

 

 

 

Nello specifico, sono 215 i soldati liberati da Mosca. Si tratta di coloro che si erano arresi a maggio dopo una lunga resistenza all'interno dell’acciaieria Azovstal di Mariupol. La Russia, in cambio, ha preteso la liberazione di 55 suoi soldati e soprattutto dell’oligarca filorusso Viktor Medvedchuk, fedelissimo dello zar. Si tratta dell’editore che Zelensky fece arrestare con l’accusa di avere fatto propaganda pro-Cremlino sulle sue tv.

 

 

 

Lo scambio sarebbe avvenuto dalle parti di Chernihiv, anche se non si sa bene dove. Lo si vede anche sui social, dove hanno iniziato a circolare le foto di questa "cerimonia di consegna". Salta, così, pure il processo ai soldati di Azov. Mosca ne aveva annunciato l'inizio nei primi giorni di settembre, salvo poi rinviare tutto. Adesso si capisce il motivo: i continui rinvii erano dovuti molto probabilmente alle trattative in corso con Kiev per lo scambio. 

 

 

 

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