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Mauritania, "gli spagnoli rapiti stanno bene"

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Un esponente di al Qaeda detta le condizioni del rilascio

Eleonora Crisafulli
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Stanno bene i tre cooperanti spagnoli rapiti in Mauritania. Ad affermarlo è Al Jadim Uld Seman, esponente di al Qaeda nel Maghreb islamico, nelle carceri mauritane dall'aprile del 2008 per l'uccisione di quattro turiste francesi. Il detenuto ha assicurato che gli ostaggi, sequestrati il 29 novembre dello scorso anno, «vengono trattati bene, non manca loro nulla», ma «non saranno liberati» fino a quando gli esponenti del gruppo «resteranno dietro le sbarre». Seman ha rivolto un appello alla popolazione spagnola affinché «esorti il presidente Zapatero a non commettere lo stesso errore del governo britannico, che ha fatto morire Edwin Dyer». Il turista rapito a gennaio del 2009, fu ucciso a maggio in seguito alla mancata liberazione di Abu Qatada, luogotenente di Osama Bin Laden in Magreb. Il terrorista ha ribadito: «La soluzione dipende dal vostro governo». Nei giorni scorsi, nella prigione di Nouakchott, capitale della Mauritania, l'uomo ha incontrato alcuni ulema, incaricati di negoziare con i salafiti per porre fine alle violenze basate sul fondamentalismo islamico. L'apertura al dialogo del presidente Mohamed Uld Abdelaziz ha l'obiettivo di persuadere gli islamisti ad abbandonare la jihad in cambio riduzioni di pena o scarcerazioni.

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