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Kherson, "ritirata immediata"?: il terrore di una trappola mortale

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L'Ucraina non si fida. Dietro il ritiro dell'armata russa da Kherson potrebbe esserci una trappola. Il presidente Volodymyr Zelensky ha affermato che nel Paese si sta considerando "con molta attenzione" l'annuncio della Russia che prevede di ritirare le sue truppe dalla città meridionale di Kherson. Il presidente ucraino ha chiesto ai suoi cittadini di essere "cauti" e ha sottolineato che il loro nemico non ha mai distribuito regali e non ha fatto "gesti di buona volontà".

L'annunciato ritiro della Russia arriva poche settimane dopo che il presidente Vladimir Putin ha dichiarato che stava annettendo proprio la città di Kherson e altre tre regioni ucraine, nessuna delle quali era interamente occupata dalle forze russe. Il comandante delle forze russe in Ucraina, il generale Sergei Surovikin, ha descritto la decisione come difficile. Ha detto che le difese sarebbero state consolidate a est, concentrandosi dall'altra parte del fiume Dnipro rispetto a Kherson. 

L'esercito di Kiev ha riportato che interi quartieri della città e le strade sono minati. "L’avanzata, quando ci sarà, sarà lenta e circospetta", riferiscono alcune fonti al Corriere della Sera. "Agiremo secondo i nostri piani, con ricognizioni e avanguardie", "non vogliamo conquistare Kherson come i russi hanno conquistato Mariupol", "non distruggeremo una nostra città".

Ma se Zelensky interpreta con molto scetticismo l'annuncio del ritiro dei soldati russi, è molto ottimista invece il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, in una conferenza stampa organizzata prima di partire per l'Uzbekistan, rispondendo a una domanda sulle prospettive di avviare negoziati di pace, ha detto che "la decisione della Russia riguardo a Kherson è positiva e importante". Quindi Erdogan ha ribadito poi il ruolo di mediatore della Turchia: "Il nostro lavoro di mediazione prosegue ininterrottamente. Quando tutto questo sarà finito, non possiamo dirlo". 

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