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Kherson, in centro città... la foto che umilia Putin davanti al mondo

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Nella mattinata di oggi, venerdì 12 novembre, è stato completato il ritiro delle truppe russe da Kherson: la comunicazione è arrivata direttamente dal Cremlino, dal ministero della Difesa, citato dalla Tass. Le forze di invasione al servizio di Vladimir Putin, così, si sono trasferite sulla riva sinistra del Dnper.

Ma, si apprende, Kherson resterà territorio russo, nonostante il ritiro. In questo caso l'annuncio è del portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, il quale ha sottolineato che il suo status è certificato per legge e non ci possono essere cambiamenti. Mosca infatti con il referendum-farsa di fine settembre ha annesso la regione di Kherson, insieme ad altri tre territori (Dontesk, Lugansk, Zaporizhzhia). Il referendum non è mai stato riconosciuto dalla comunità internazionale, ma due giorni fa il Cremlino ha annunciato il ritiro delle truppe russe dalla città occupata.

 

 

E così, dopo otto mesi di occupazione, Kherson è libera. E non solo: nel centro della città è ricomparsa la bandiera dell'Ucraina, avvolta attorno ad un monumento. Il gesto, secondo Nexta Tv, sarebbe di alcuni partigiani ancora attivi in città. Bandiera ucraina, insomma, con buona pace del fatto che la Russia rivendica ancora il fatto che il territorio resti russo. 

 

 

Ma come si temeva, i russi ripiegando sulle loro posizioni hanno anche compiuto atti di sabotaggio. Secondo quanto riportano media ucraini e russi, il ponte Antonovsky sul fiume Dnipro, a Kherson, è stato parzialmente distrutto. In particolare, il giornalista russo della Komsomolskaya Pravda, Oleksandr Kots, ha pubblicato su Telegram un video della distruzione del ponte, al quale mancano due campate. Sulla vicenda, però, ad ora mancano commenti ufficiali delle autorità locali e dei leader ucraini.

 

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