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Russia, sfida alla Nato davanti all'Italia: "Navi pronte a combattere"

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Oltre 20 navi da guerra della flotta russa - con un totale di 84 missili da crociera - sono pronte al combattimento nel Mar Nero e nel Mar Mediterraneo. A lanciare l'allarme è la Marina ucraina, precisando che 12 di queste navi sono nel Mar Nero, compresa una portamissili di tipo Kalibr, mentre le restanti nove sono nel Mar Mediterraneo, tra cui cinque portamissili. Negli ultimi giorni, secondo quanto riferisce la Marina ucraina, 23 navi da guerra russe hanno navigato nel Mar d'Azov, di cui tre provenienti dallo Stretto del Bosforo; 20 navi hanno navigato nel Mar Nero, e sei si sono dirette verso il Bosforo. 

 

Nel frattempo, Kiev è tornata al buio. "I programmi di blackout per la stabilizzazione non funzionano", ha fatto sapere la società per l'energia elettrica ucraina Dtek. Nella capitale ucraina tornano dunque i blackout per la prima volta dal 23 novembre. "Dall’inizio di questa brutale invasione stiamo assistendo al fallimento di Vladimir Putin" che "sta rispondendo con attacchi ancora più gravi alle infrastrutture del gas per privare gli ucraini di elettricità, acqua e riscaldamento" in modo da "usare l’inverno come arma". Lo ha dichiarato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, nel corso della riunione dei ministri degli Esteri dell’Alleanza atlantica a Bucarest. "Ci possiamo aspettare altri attacchi" dalla Russia contro l’Ucraina - insiste Stoltenberg - "perché il presidente Putin sta fallendo. Il fatto che abbiano dovuto cedere terreno, ritirandosi dai dintorni di Kiev, intorno a Kharkiv e cedendo Kherson è un segno di debolezza, il segno che la Russia sta fallendo sul campo di battaglia".

 

 

"In risposta - continua il segretario della Nato- stanno attaccando obiettivi civili, perché non sono in grado di conquistare territori. Ci possiamo aspettare altri attacchi: non sappiamo quanti esattamente, ma il presidente Putin e la Russia hanno dimostrato la volontà di infliggere sofferenze e un livello di brutalità che non si vedeva in Europa dalla Seconda guerra mondiale". In Russia, invece, le parole che il Papa ha rilasciato ieri in un’intervista alla rivista America dei gesuiti - relativamente agli atti di crudeltà delle truppe russe in Ucraina, in particolare di Buriati e Ceceni - hanno suscitato disapprovazione. "Ho espresso indignazione per tali insinuazioni e sottolineato che niente può far vacillare la coesione e l’unità del popolo multinazionale russo", ha riferito l’ambasciatore russo presso il Vaticano, Alexander Avdeev, all’agenzia Ria Novosti.

 

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