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Gruppo Wagner, "ammazzato dai commilitoni": l'orrore più grande

Maurizio Stefanini
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Zelensky stile sovrano medioevale sfida Putin a smetterla di mandare gente al macello ma di vedersela con lui al corpo a corpo in singolar tenzone. «Anche domani», ha detto in un'intervista al canale televisivo francese Lci, ripreso da Ukrainska Pravda. «Un vero uomo, se vuole dire qualcosa a qualcuno, o, per esempio, dargli un pugno in faccia, lo fa da solo, e non manda intermediari. Ora, se si rivolgessero a me, non farei cercare intermediari», ha risposto alla domanda se Putin stesse cercando di trasmettergli messaggi attraverso intermediari, ad esempio Macron.

Pur essendo cintura nera di judo ovviamente Putin se ne guarda bene. Invece ha incontrato i comandi militari e si prepara anche a andare la prossima settimana da Lukashenko per preparare un'offensiva primaverile da 200mila uomini che potrebbe passare anche dalla Bielorussia.

Ma sta diventando sempre più un problema trovarli, se si pensa che la milizia privata Wagner avrebbe dovuto uccidere 10 dei suoi mercenari che si sarebbero rifiutati di continuare a combattere. Lo ha riferito il media indipendente russo The Insider, che cita l'ex comandante di Wagner Andrei Medvedev, a sua volta citato dal Kyiv Independent.

 

SANGUINARI
Il Gruppo Wagner di recente aveva diffuso un video con l'uccisione a colpi di mazza di un suo membro di nome Evgenij Nuzhin, accusato di tradimento. Il patron della Wagner Evgenij Prigozhin ha pure diffuso un altro video in cui si mostrava un martello insanguinato in una custodia di violino, presentandolo come risposta al voto in cui il Parlamento Europeo aveva definito la Russia «Stato sponsor del terrorismo».

L'importanza del ruolo di questo tipo di forze perla guerra russa sembra confermata dalla rivelazione del Wall Street Journal secondo cui i ceceni di Kadyrov avrebbero avuto il compito di assassinare Zelensky prima dell'invasione.

Intanto, continua la guerra alle infrastrutture. A Kiev sono state ripristinate luce e acqua, e anche se un cittadino su tre ne sarebbe ancora privo la città ha allestito il suo principale albero di Natale. Ripristinata anche la linea di trasporto metropolitana: ci sono stati nuovi allarmi aerei, e molti cittadini hanno dovuto rifugiarsi nelle stazioni, ma poi nessun attacco è seguito.

A Kryvyi Rih, la città di cui è originario il presidente Zelensky, i soccorritori hanno recuperato da sotto le macerie della sua casa il corpo di un bambino di un anno e mezzo che era stato ucciso da un attacco missilistico russo. Sono 450 i bambini uccisi e almeno 863 quelli rimasti feriti dall'inizio della guerra in Ucraina secondo il Procuratore Generale di Kiev, che però sottolinea come questi numeri non sono definitivi, poiché una verifica effettiva del numero è complicata nei luoghi di guerra. 3.126 istituzioni educative sono state danneggiate a causa dei bombardamenti da parte delle forze armate russe, e 337 sono state completamente distrutte.

 

LA CENTRALE ATOMICA
Il missile era uno dei 16 sfuggiti, secondo le autorità ucraine, alle difese aeree tra i 76 lanciati venerdì nell'ultimo attacco russo contro le infrastrutture energetiche ucraine. In totale, le autorità hanno dichiarato che 4 persone sono rimaste uccise nell'attacco e 13 ferite, fra cui 4 bambini. A Kherson un civile è stato ucciso e tre feriti.

Lo stato maggiore delle forze armate ucraine ha dichiarato che la Russia sta ridistribuendo unità e ritirando alcune delle sue truppe da Kakhovka e Nova Kakhovka, sulla riva orientale del fiume Dnipro, poco meno di 100 chilometri a est di Kherson. Nonostante tre attacchi a infrastrutture cruciali di Kharkiv, anche lì l'elettricità è stata ripristinata.

«Ci sono ancora possibilità di raggiungere un accordo su una zona di protezione intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia ma è troppo presto per dire che l'accordo è vicino», ha detto alla Tass Mikhail Ulyanov, rappresentante permanente della Russia presso le organizzazioni internazionali con sede a Vienna, riferendo di un incontro avvenuto lunedì scorso fra il direttore generale dell'Aiea Rafael Grossi e il primo ministro ucraino Denis Shmygal, durante il quale «questo argomento è stato discusso in dettaglio durante questi colloqui. Pertanto, il processo continua e ci sono possibilità di raggiungere un accordo. Allo stesso tempo è troppo presto per dire che ci stiamo avvicinando a un accordo. E non faccio previsioni su quando il processo di negoziazione potrebbe concludersi». «Non bisogna farsi distrarre dai piani irrealistici: non ci si può mettere d'accordo con la Federazione Russa. La guerra deve finire solo con la sua sconfitta», ha scritto su Twitter Mykhailo Podolyak, consigliere presidenziale ucraino.

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