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Qatargate, "cosa faceva la commercialista di Panzeri": l'accusa più pesante

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La commercialista della famiglia Panzeri è “artefice della rete societaria da cui transitano i soldi della corruzione”. È l’accusa che emerge negli atti dell’inchiesta Qatargate che hanno portato all’arresto, su mandato di cattura europeo, di Monica Rossana Bellini. A puntare il dito contro la commercialista sarebbe stato Francesco Giorgi, ex assistente di Panzeri nonché compagno di Eva Kaili (ex vicepresidente del Parlamento europeo). 

La donna - che avrebbe rilevato la maggioranza delle quote della Equality Consultancy, fondata insieme al padre e al fratello minore di Giorgi - è accusata di associazione per delinquere, corruzione e riciclaggio, ed era già stata perquisita lo scorso dicembre dalla Guardia di finanza sempre su richiesta della magistratura di Bruxelles. La Equality Consultancy - che è attualmente in liquidazione - è nata nel 2018, pochi mesi prima del voto europeo. Una società che, al netto del ruolo di informatore farmaceutico del padre di Giorgi e del ruolo di apprendista in una società di autonoleggi del fratello, si sarebbe occupata di «sviluppare reti tra diversi soggetti, Ong, organizzazioni imprenditoriali e controparti nei Paesi terzi, per facilitare il dialogo e le opportunità che consentono legami economici e culturali più forti all’interno della Ue e nei suoi Stati membri». 

È attraverso questa società, secondo quanto sostenuto dalle autorità di Bruxelles e inserito nel formulario del Mae (mandato di arresto europeo), che i presunti soldi illeciti sarebbero stati fatti transitare. Dopo l’udienza di convalida, il giudice ha disposto i domiciliari: Monica Rossana Bellini dovrà presentarsi davanti alla quinta sezione della corte d’appello di Milano per l’udienza di convalida al Belgio. L’udienza dovrebbe tenersi a fine mese.

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