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Terremoto in Turchia, l'esperto: "Reale rischio tsunami in Italia"

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Mentre i morti superano i 4mila, l'allerta in Turchia e Sira resta alta. A spiegare quanto accaduto nella notte del 5 febbraio, quando i due Paesi sono stati travolti da un terremoto di magnitudo 7.9, è Arcangelo Francesco Violo. Il presidente dei geologi italiani precisa che si tratta di "un’area nota per la sua pericolosità geologica". Nessuna sorpresa, purtroppo. Anche se gli aggiornamenti preoccupano e non poco. "La faglia esistente che disloca la penisola anatolica con la placca arabica si è mossa in maniera importante, spostandosi di tre metri. Ed è proprio lo spostamento della faglia che provoca terremoti di questa portata".

 

 

La causa del sisma? "Un accumulo di energia nel sottosuolo che si crea negli anni in queste faglie. A un certo punto l’energia si libera provocando questi spostamenti. In base all’entità dello spostamento stesso e alla lunghezza della faglia coinvolta, si genera il terremoto. Maggiore è lo spostamento e il tratto di faglia coinvolto, maggiore sarà la magnitudo e quindi l’energia liberata". Se, dunque, prevedere quanto accadrà è quasi impossibile, più semplice è lavorare sulla prevenzione. "Dalle immagini - è la critica dell'esperto sulle colonne del Giornale - emerge chiaramente che nessuna costruzione fosse realizzata con criteri antisismici".

 

 

Per questo non si esclude che l'allerta possa rimanere alta ancora per diversi mesi. E i rischi ci sono anche per l'Italia, "specie dopo una scossa di tale entità". In particolare, prosegue, "sulla costa calabrese, siciliana e anche pugliese l’attenzione va mantenuta alta e la popolazione va istruita su come comportarsi in caso di emergenza", di uno tsunami. Il timore principale sono gli eventi futuri scaturiti dal sisma: "Teoricamente dovrebbero essere eventi minori ma non è detto. Bisogna stare all’erta, un altro evento del genere sarebbe davvero catastrofico". 

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