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Migranti ributtati in mare: Grecia, il video che sconvolge il mondo

Maurizio Stefanini
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La Grecia respinge alla deriva in mare un gruppo di migranti. La “bomba” esplode giusto subito prima delle elezioni greche, con un video pubblicato in esclusiva dal New York Times. Mostra un gruppo di 12 migranti caricati di forza su un autobus nell’isola di Lesbo, portati su una nave della Guardia Costiera greca e quindi su un gommone mandato alla deriva nell'Egeo. Tra di loro, donne e bambini. I fatti, secondo il giornale, risalirebbero ad aprile. Il video è stato fornito dall’attivista austriaco che lo ha realizzato. Il New York Times ha poi rintracciato e parlato con 11 dei 12 migranti. Provenivano da Etiopia, Somalia ed Eritrea; si trovavano in un centro di detenzione a Smirne in Turchia; molti indossavano ancora gli stessi vestiti che avevano nel video. Tra di loro c’era anche un bambino di sei mesi. I migranti hanno raccontato di essere stati costretti a salire su un gommone e mandati alla deriva. «Non ci aspettavamo di sopravvivere quel giorno», ha detto Naima Hassan Aden, una 27enne somala che stava con il suo bambino. «Quando ci stavano mettendo sulla zattera gonfiabile, lo hanno fatto senza alcuna pietà».*



Migranti ributtati in acqua: guarda qui il video pubblicato dal New York Times
 

 

ATTO D’ACCUSA

L’uso dei gonfiabili senza motore era stato documentato in passato, ma le autorità greche hanno sempre negato di avervi lasciato a bordo migranti. «Per anni, attivisti e giornalisti hanno scavato nelle affermazioni secondo cui le autorità greche stavano spingendo illegalmente i migranti fuori dai confini della Grecia, ma le prove concrete erano frammentarie», accusa il Nyt. «Il governo greco ha costantemente negato il maltrattamento dei migranti. Il video potrebbe essere la prova più schiacciante delle sue violazioni delle leggi internazionali e delle norme dell'Ue che disciplinano il modo in cui i richiedenti asilo devono essere trattati». Sul punto è intervenuta anche Medici senza Frontiere, informando che l’11 aprile scorso il suo team a Lesbo era stato avvisato su 103 persone arrivate sull'isola che avevano bisogno di cure mediche urgenti.

 

 

 

Quel giorno il team di Msf potè però assistere solo 91 persone, senza riuscire a trovare traccia delle altre 12. Sarebbero appunto quelli del video. «Msf ha più volte lanciato allarmi sulle gravi conseguenze della violenza diretta e indiretta rivolta contro le persone in movimento in Grecia», dice il comunicato. «A Lesbo i pazienti di Msf hanno più volte raccontato di essere state vittime di respingimenti traumatici da parte delle autorità di frontiera». Nel riferire della vicenda, il Guardian osserva che «non è chiaro fino a che punto la posizione del governo sarà danneggiata dal video». «I greci, in generale, hanno accolto con favore la dura posizione del partito al governo sulla migrazione». E cita il professor Yannis Tsirbas, che insegna scienze politiche all'università di Atene: «il pubblico greco ha dimostrato di essere molto insensibile su questo tema. La posizione del governo può essere ostile, ma si è anche rivelata un grande successo».

 

 

 

TUTTI D’ACCORDO

In pratica, solo il partito di Varoufakis si è subito pronunciato con forza contro i respingimenti illegali «Mera25 non accetta la pratica illegale, assassina e assolutamente riprovevole dei respingimenti, che infanga la Grecia, un luogo ospitale, e il suo popolo consapevole che l'integrazione della diversità ha sempre reso più forte l'ellenismo», dice un suo comunicato. Il partito di Varoufakis attacca anche Bruxelles: quella dei respingimenti illegali, accusa, è «una pratica che gode anche dell'approvazione dell'Ue, che sostiene Frontex e le altre istituzioni nazionali ed europee che costituiscono la Fortezza Europa».

 

 

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