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Guido Crosetto, la fucilata: "Cina più pericolosa del gruppo Wagner"

Guido Crosetto

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I 431 milioni di dollari di fondi del programma alimentare Onu che il presidente egiziano Al Sisi ha portato all'incasso "non c'entrano nulla con la vicenda Zaki". Rientrano invece in un'altra questione, quella sicurezza del Mediterraneo. Il ministro della Difesa Guido Crosetto lo chiarisce ancora una volta. Intervistato da Federico Capurso per La Stampa, spiega che "un Egitto in cui aumenta l'instabilità diventa pericoloso per sé stesso e, necessariamente, per noi. Costruire condizioni economiche, scolastiche, sanitarie e di formazione dignitose in Africa è l'unico modo per evitare che l'Europa diventi l'unico possibile approdo per milioni di persone oggi e per centinaia di milioni di persone tra 20 anni". In questa ottica rientrano il dialogo e gli aiuti concreti anche con Paesi non propriamente democratici. "Se la mettessimo sul piano del rispetto dei diritti che abbiamo in Europa, difficilmente avremmo rapporti con molti paesi extra Ue. Sono vent'anni che parliamo con la Cina, nonostante tutto", puntualizza Crosetto.

 

 

E a proposito della Cina, il ministro sostiene che in Africa si sta facendo insidiosa. "Forse lo è persino più della presenza della Wagner, che in Africa ha un'organizzazione estesa, capace di creare forti destabilizzazioni", puntualizza Crosetto dalle colonne de La Stampa spiegando che "serve una regia europea e occidentale per proteggere e sviluppare la ricchezza dei paesi africani a loro vantaggio". Altro elemento destabilizzante in Africana è il mancato accordo sul grano, che Putin si rifiuta di rinnovare. "Tutto è connesso ed è certamente un elemento di preoccupazione", dice Crosetto spiegando che "il grano ucraino viene al 95 per cento esportato fuori dall'Africa, ma quando questi paesi non hanno quel grano si muovono per cercarlo altrove e, inevitabilmente, il prezzo globale si alza. La conseguenza è che per l'Africa diventa più difficile comprarlo. Destabilizzare quelle regioni già in difficoltà è chiaramente un problema che si ripercuote anche sull'Europa". 

 

 

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