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Vladimir Putin, "la sua mano dietro al golpe in Niger: verso la guerra globale"

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Dietro il colpo di Stato in Niger che lo scorso 26 luglio ha destituito presidente eletto Mohamed Bazoum ci sarebbe Mosca. A riferirlo il capo ufficio di presidenza ucraina, Mykhailo Podolyak. In un suo messaggio su Twitter fa sapere che "ora è assolutamente chiaro che la Russia è dietro il cosiddetto 'colpo di stato militare' in Niger". Per lui si tratta di "una tattica russa standard: distogliere l'attenzione, cogliere l'attimo ed espandere il conflitto". Secondo Podolyak "il sostegno dei rappresentanti filorussi ai ribelli in Mali e Burkina Faso (dove il gruppo Wagner svolge un ruolo attivo) non fa che aumentare la convinzione che la Russia abbia uno piano per provocare instabilità per minare l'ordine della sicurezza globale". Motivo per cui è "tempo di trarre le giuste conclusioni: solo la rimozione del clan di Putin e la rinascita politica della Russia possono assicurare al mondo la stabilità e l'inviolabilità delle regole".

Solo ieri migliaia di manifestanti hanno preso di mira l’ambasciata francese a Niamey, in seguito alla decisione di Parigi di sospendere gli aiuti al Paese del Sahel dopo il golpe. Alcune delle persone presenti all’ambasciata hanno tentato di irrompere nell’edificio, mentre i manifestanti intonavano cori come "Viva Putin"; "Viva la Russia"; "Abbasso la Francia".

Cori che hanno sottolineato l’influenza russa sulla regione, estesa anche ai confinanti Mali e Burkina Faso. Ma non solo, perché i sostenitori della giunta che ha preso il controllo del Niger hanno marciato domenica per le strade della capitale, Niamey, sventolando bandiere russe e inneggiando al presidente Putin. Un caso?

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