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Ucraina, la nuova strategia di guerra: dove stanno picchiando duro

Carlo Nicolato
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Difficile dire per il momento se l’offensiva ucraina stia funzionando o meno. Secondo Kiev quella che stiamo vivendo è ancora una fase preliminare in attesa, forse, che arrivino nuove forniture di armi dall’Occidente. Anche se fonti non ufficiali parlano di un certo scoramento se non addirittura di malumori verso il principale alleato, cioè gli Usa, i vertici ucraini sostengono che le buone notizie dal fronte orientale arriveranno presto e non si tratterà più di impercettibili avanzamenti senza alcun valore militare. Nel frattempo l’Ucraina sta giocando un’altra carta certamente con maggior successo, quella degli attacchi nel cuore del territorio nemico con i droni. Si tratta di incursioni perlopiù in piccola scala, con obiettivi simbolici limitati, ma con un fine preciso, quello di portare la guerra a casa dei russi.

 

 

 

«L’Ucraina ha capito che l'opinione popolare russa e l'atteggiamento nei confronti della guerra sono una delle aree chiave che devono prendere di mira per porre fine alla guerra», ha detto alla Cnn Keir Giles, esperto di Russia e autore di libri sull’invasione, «Finché Mosca può fingere che la guerra sia qualcosa che accade altrove, nulla intaccherà quel sostegno popolare». A questo dunque servono gli attacchi di droni degli ucraini, non certo a distruggere la potenza militare del nemico, ma a fiaccarne il morale, convincendo i cittadini russi che la madrepatria non è impenetrabile e invincibile, come la propaganda del Cremlino fa loro credere, che le difese antiaeree del loro Paese sono un colabrodo e che la guerra può benissimo arrivare nelle loro case.

 

FINO A MOSCA

Solo qualche giorno fai velivoli ucraini sono riusciti a penetrare lo spazio aereo russo fino alle porte di Mosca come peraltro era già successo almeno altre due volte, poi è toccato alla flotta del mar Nero, colpita con droni navali, infine ieri ancora la Crimea occupata, in particolare il ponte Kerch che a luglio era già stato danneggiato da un altro attacco di droni. Il Cremlino sostiene che l’incursione è fallita e assicura di aver abbattuto 20 droni nemici, 14 dei quali distrutti dai sistemi di difesa aerea e altri 6 soppressi dalla guerra elettronica. I russi peraltro solo 24 ore prima avevano annunciato di aver distrutto un altro drone diretto verso la capitale. Altri due missili sarebbero stati abbattuti dalle batterie antiaeree prima che si abbattessero sul ponte Kerch: un video diffuso sui social mostra colonne di fumo che si alzano dal ponte, ma secondo le autorità russe si tratterebbe appunto degli effetti della contraerea.

 

 

 

 

L’Ucraina peraltro è talmente convinta della validità della sua strategia relativa ai droni che il ministro dell'Istruzione e della scienza dell'Ucraina, Oksen Lisovyi, starebbe pensando di introdurre nelle scuole l’insegnamento per il loro utilizzo. Il “controllo dei droni” farebbe parte di una disciplina più ampia chiamata “Difesa dell’Ucraina”, nella quale rientrano anche la sicurezza nei terreni minati e il primo soccorso. Il ministro ha quindi annunciato che da settembre è previsto l'avvio di un progetto pilota, sicuro che tale materia di studio potrebbe dare un contributo alla vittoria del suo Paese.

 

RECORD DI ESPLOSIONI

Che l’ “effetto droni” possa risultare in qualche modo decisivo lo dimostra anche il picco in Russia di attentati incendiari contro i centri di reclutamento militari, quasi una trentina in agosto secondo gli stessi media locali. La propaganda russa sostiene che agenti ucraini reclutano “cittadini vulnerabili”, come i pensionati, convinti a compiere tali attacchi in cambio di denaro, ma è una versione risibile. Più facile che l'opposizione interna a una guerra sempre più assurda stia crescendo. Rimane poi ancora fitto il mistero su quell’eplosione nella fabbrica ottica-meccanica di Zagorsk, a Sergiev Posad, a pochi chilometri da Mosca, in cui una persona è morta, altre 84 sono rimaste ferite, 12 sono tuttora disperse e 400 appartamenti sono andati distrutti. Non è stato un attacco di droni, lo hanno confermato le autorità russe, ma la possibilità che si tratti di un attentato interno non è stata esclusa. Insomma, come ha detto Zelensky, la guerra sta «gradualmente tornando» in Russia.

 

 

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