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Ucraina, la situazione precipita: pioggia di missili. E la Polonia si ferma: "Stop alle armi"

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Notte difficilissima per l'Ucraina e il presidente Volodymyr Zelensky. Dopo il duro confronto all'Assemblea generale dell'Onu contro il ministro degli Esteri russo Lavrov, il capo del governo di Kiev dev incassare il brusco stop nelle forniture militari deciso dalla Polonia, fino a oggi uno dei più solidi alleati degli ucraini in Europa. Contemporaneamente, Mosca ha lanciato un nuovo affondo con una pioggia di missili su tutto il Paese.

Dal punto di vista strategico, il passo indietro di Varsavia nel pieno della controffensiva rischia di pesare tantissimo sul conflitto. Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha affermato, in un'intervista televisiva, che la Polonia non trasferirà "più armi all'Ucraina, perché ora ci stiamo armando, dobbiamo difenderci". Dichiarazione inattesa poche ore dopo che Varsavia aveva convocato "d'urgenza" l'ambasciatore ucraino per protestare contro l'attacco di Zelensky, che, nell'intervento alle Nazioni Unite, aveva puntato l'indice contro alcuni paesi per i quali la solidarietà all'Ucraina è solo "teatro politico", mentre con le loro azioni "preparano il terreno alla Russia". 

 

 

 

Contemporaneamente, da quanto si apprende il presidente americano Joe Biden tra poche ore annuncerà sì nel bilaterale con il presidente ucraino un nuovo pacchetto di aiuti militari, ma sembra che questo non includa i tanto attesi Atacms. "L'Ucraina - ha detto il primo ministro polacco - si sta difendendo da un brutale attacco da parte della Russia, e capisco questa situazione, ma, come ho detto, difenderemo il nostro Paese. Non trasferiamo più armi all'Ucraina, perché ora stiamo armando la Polonia". Segnale decisamente inquietante, anche per la stessa Unione europea e per la Nato, delle quali la Polonia rappresenta il confine a Est. Sul gelo Polonia-Ucraina pesa parecchio anche l'embargo imposto da Varsavia sull'import di grano di Kiev per preservare gli agricoltori polacchi. 

 

 

 

Nella notte, intanto, le forze russe hanno lanciato 43 missili da crociera in diverse ondate, 36 dei quali sono stati distrutti dalle forze ucraine di difesa. Lo riporta Rbc Ucraina citando un post su Telegram del comandante in capo delle forze armate di Kiev, Valery Zaluzhny. I razzi sono stati lanciati da 10 aerei strategici Tu-95ms dalla zona ad ovest di Engels. Sono entrati nello spazio aereo dell'Ucraina da diverse direzioni e hanno cambiato costantemente rotta lungo il percorso. Per contro, le forze del Servizio di sicurezza ucraino (Sbu) e della marina militare hanno compiuto un attacco su vasta scala diretto contro l'aeroporto militare russo di Saki, in Crimea. Sempre secondo Rbc, nell'aeroporto si trovavano almeno dodici caccia Su-24 e Su-30 e un sistema di difesa aerea Pantsir-S. Nello stesso sito si trova anche una base di addestramento degli operatori di droni Mohajer. Gli attacchi ucraini avrebbero causato gravi danni alle attrezzature militari russe. Le forze di Kiev hanno fatto uso di droni e missili da crociera Neptun. 

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