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Maine, il killer di Lewiston si è suicidato: dove l'hanno trovato, 48 ore dopo la strage

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"Sono qui semplicemente per comunicare che Robert Card è morto. Ho chiamato il presidente Biden per dargli la notizia". Le parole della governatrice del Maine, la Democratica James Mills, aprono la conferenza stampa a Lewiston e chiudono ufficialmente l'incubo della fuga del killer, ma lasciano in sospeso molti dubbi.

Per 48 ore, dopo aver ucciso diciotto persone in un bowling e in un ristorante della zona, Card è risultato introvabile, eppure non si era allontanato dalla zona dove aveva messo in atto la strage, la più grave negli Stati Uniti quest'anno. Il corpo, ha spiegato il capo del dipartimento sicurezza Michael Sauschuck, è stato trovato alle 19,45 ma "non vi daremo l'indirizzo", ha aggiunto rivolto ai giornalisti. Non sono stati forniti dettagli, anche se è emerso che il cadavere era in un bosco a Lisbon Fall, nell'area vicino al centro di riciclaggio da cui Card era stato di recente licenziato

 

Quarant'anni, ex sergente dell'esercito, esperto di armi, affetto da problemi mentali, paranoico, schizofrenico, ricoverato in estate per due settimane in un centro psichiatrico, eppure in grado di acquistare regolarmente armi, Card si sarebbe tolto la vita sparandosi un colpo alla testa. Da mesi aveva confessato di sentire strane "voci" che parlavano di lui e che provenivano da un bowling e da un ristorante, i due posti dove mercoledì ha compiuto la strage.

Diciotto i morti: quindici uomini, due donne e un ragazzino di 14 anni. Alcuni di loro erano sordomuti. Card ha sparato a caso sui frequentatori dei due locali. Poi è scappato, abbandonando l'auto, un Suv bianco. La polizia temendo che il killer, un tiratore professionista, potesse uccidere ancora, ha aspettato, forse troppo, prima di chiudere il cerchio. Ieri era stato sentito un colpo d'arma da fuoco nell'area attorno alla sua abitazione. Nelle prossime ore verranno forniti altri dettagli. La gente in questi due giorni ha vissuto nella paura. Scuole chiuse, supermercati con le saracinesche abbassate. Invece adesso è tornato il sorriso, o almeno l'accenno di un sorriso liberatorio, soprattutto tra gli agenti che hanno dato la caccia al killer. Ma non tra i familiari e i conoscenti delle vittime, che avevano un'età tra i 14 e i 76 anni. Il trauma per la comunità resterà a lungo, in uno Stato tra i più permissivi in fatto di armi: non sono previsti controlli preventivi sugli acquirenti di pistole e fucili da guerra, non ci sono leggi che permettano a un giudice di tenere gli squilibrati lontani dalle armi, e si può girare armati senza bisogno di licenza. 

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