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Russia, strategia della tensione: antisemitismo e "maghi del Corano", la mano di Putin

Maurizio Stefanini
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Che c’è in comune tra la gente che dipinge stelle di David sulle case degli ebrei a Parigi e quella che si mette a bruciare Corani a Stoccolma? In teoria sembrerebbero stare agli antipodi. In pratica, potrebbe esserci un filo comune: i Servizi russi per seminare il caos in Occidente. E infatti la radio francese Europe 1 a riferire che una coppia di moldavi arrestata per avere dipinto una sessantina di stelle di David sul muro di una scuola nel X arrondissement di Parigi agiva per conto di un «individuo dalla Russia». I due sospettati, un uomo di 33 anni e una donna di 29, sono stati posti in detenzione amministrativa, ed erano stati denunciati da un residente locale, che li ha visti «tracciare una stella blu» che è stata poi cancellata lo stesso giorno.

Accusati di danneggiamento di beni privati, con l’aggravante di discriminazioni legate all’origine, alla razza, all’etnia o alla religione, hanno ammesso non solo la loro responsabilità, ma anche di aver commesso il reato su ordine di terzi. E questo “terzo” coinciderebbe con un misterioso russo che avrebbe inviato l’ordine direttamente dal territorio della Federazione russa. Evidentemente, non sono solo loro gli autori dell’azione per cui nella notte tra il 30 e il 31 ottobre decine e decine di stelle di David sono state tracciate sulle facciate di abitazioni e banche in svariate aree della città.

 

 

 

L’indagine è ancora in corso, ma il campione dà un indizio significativo sulle vere motivazioni di quanto sia successo. Peraltro, i due moldavi si trovavano in Francia senza alcun permesso di soggiorno, in situazione di irregolarità. Secondo i media francesi, il procedimento giudiziario a loro carico si è quindi chiuso con la loro espulsione dal territorio. Già nei giorni precedenti diverse stelle di David erano state dipinte sulle facciate di diversi edifici e negozi di persone di confessione ebraica nei comuni di Saint-Ouen, Saint-Denis e Aubervilliers, nell’hinterland.

Fu invece nell’aprile del 2022 che Rasmus Paludan si mise a bruciare copie del Corano in varie città svedesi, e anche davanti alla ambasciata turca a Stoccolma. E' un politico danese, sia pure con cittadinanza svedese per parte di padre; cose del genere le aveva fatte già in Danimarca; e la legge svedese permette il gesto, come manifestazione pur estrema di libertà di espressione. Ma in quel momento la Svezia dopo l’attacco russo all’Ucraina aveva appena chiesto di entrare nella Nato, e la cosa a parte vari disordini di ordine pubblico provocò l’ira del presidente turco Recep Tayyp i Erdogan, che ha bloccato la domanda fino a poco fa.
Per imitazione altri roghi del Corano in Svezia si sono poi ripetuti, e il 29 giugno scorso Putin si è fatto fotografare con un Corano in mano nel Daghestan, proprio il giorno dopo uno di questi episodi. Per mostrare che invece lui il libro sacro dell’islam lo rispetta, giusto nella repubblica dove i passeggeri di un volo proveniente da Tel Aviv era stato appena preso d’assalto da una folla di islamici scalmanati sventolanti bandiere palestinesi.

Paludan, però, ha ammesso di essere stato convinto da «alcuni svedesi che volevano che io bruciassi un Corano di fronte all’ambasciata turca». Ed è poi saltato fuori che il permesso per fare la protesta era stato richiesto da Chang Frick, un giornalista sostenitore di Vladimir Putin che ha lavorato per Russia Today e ha creato un suo sito di informazione “alternativa”, Nyheter Idag. Il nome di Frick compare in un’inchiesta del New York Times del 2019 che spiegava le interferenze della Russia nella politica e nella società svedese. Il governo svedese ha poi segnalato che la notizia del Corano in fiamme era stata diffusa da agenti russi su internet e sui social, con oltre «un milione di post in arabo ed altre lingue». Insomma, dietro l’antisemitismo e l’islamofobia ci sono i russi che vogliono creare il panico e il caos in Occidente. In base peraltro a una tradizione per cui in epoca sovietica il Kgb inventò che l’Aids era stato fabbricato da biolaboratori Usa apposta per «sterminare i negri». 

 

 

 

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