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Zelensky "commissariato" sul generale: "Lo hanno obbligato a non licenziarlo"

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"Pressioni internazionali", un capo di Stato "commissariato". Le voci su Volodymyr Zelensky non vengono da Mosca ma dalla "alleata" Londra. Secondo il quotidiano britannico Times, il presidente dell'Ucraina sarebbe stato costretto a fare marcia indietro sulla decisione di licenziare il comandante in capo delle forze armate Valery Zaluzhny "dopo le pressioni degli alti comandanti militari e dei partner internazionali".

Da mesi rumors assegnano proprio al generale Zaluzhny il ruolo di favorito per il post-Zelensky, in uno scenario di grande volatilità politica e strategica a causa della di fatto mancata controffensiva ucraina e del sostanziale stanno sul fronte orientale. A inizio settimana Zaluzhny sarebbe stato convocato dal presidente a Kiev e in occasione del faccia a faccia gli sarebbe stato chiesto di dimettersi, un siluramento confermato da tre fonti distinte. 

 

 

 

Di fronte al rifiuto del militare di fare un passo indietro, Zelensky non avrebbe esitato a firmare un decreto di licenziamento. "Sto facendo le valigie", avrebbe confidato Zaluzhny a un agente. Una volta che si è diffusa la voce, secondo il Times i comandanti senior e i partner internazionali, tra cui Stati Uniti e Regno Unito, avrebbero espresso forte preoccupazione.

 

 

 

Contemporaneamente, è esploso il polverone sui social ucraini, dove si è sparsa la voce della "promozione" di Kyrylo Budanov, capo dei servizi segreti militari ucraini, con il colonnello generale Oleksandr Syrsky, attualmente comandante delle forze di terra, altro papabile per succedere a Zaluzhny. 

 

 

 

A quel punto però entrambi, come riporta sempre il prestigioso quotidiano britannico, avrebbero rifiutato l'offerta del presidente. Un "no" che abbinato allo scetticismo dei due principali alleati dell'Ucraina ha convinto, o per meglio dire obbligato Zelensky a tornare sui propri passi, uscendo da questo valzer ulteriormente e insesorabilmente indebolito.

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