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Gaza, "Unrwa totalmente infiltrata da Hamas": l'accusa pesantissima

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"Totalmente infiltrata da Hamas". Sono durissime le parole del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu riguardo all'Unrwa, l'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi. Dodici suoi dipendenti sono indagati per il presunto coinvolgimento nelle stragi di civili del 7 ottobre e Netanyahu, a colloquio con gli ambasciatori delle Nazioni Unite a Gerusalemme, ha chiesto che l'agenzia sotto inchiesta venga sostituita.

"L'Unrwa è totalmente infiltrata da Hamas" e "abbiamo bisogno di altre agenzie delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni umanitarie" al suo posto. Al momento i principali Paesi donatori dell'agenzia, tra cui l'Italia, hanno sospeso i finanziamenti in attesa di fare chiarezza su quanto accaduto. 

Proprio in queste ore, l'Agenzia per i rifugiati palestinesi ha affermato che il suo staff, insieme a migliaia di abitanti di Gaza già sfollati, sono stati costretti a fuggire da Khan Younis a causa degli intensi combattimenti degli ultimi otto giorni. "Abbiamo perso una clinica sanitaria e importanti rifugi, strutture che sostenevano la popolazione di Khan Younis", ha affermato Thomas White, direttore degli affari di Gaza dell'Unrwa, in un video postato sui social.

Difende l'Agenzia anche Antonio Guterres, segretario generale dell'Onu che l'ha definita "la spina dorsale di tutta la risposta umanitaria" per la Striscia di Gaza. Guterres ha chiesto che sia garantita "la continuità" del lavoro dell'Agenzia delle Nazioni Unite rimasta senza il grosso dei finanziamenti. "Sono rimasto personalmente inorridito da queste accuse e ieri ho incontrato i donatori per ascoltare i loro timori e per descrivere le misure che stiamo adottando per affrontarli", ha detto Guterres davanti al Comitato per l'esercizio dei diritti inalienabili del popolo palestinese. Il segretario generale dell'Onu ha insistito sulla "importanza di mantenere il lavoro vitale dell'Unrwa per soddisfare i bisogni estremi dei civili" nell'enclave palestinese, così come "nella Cisgiordania occupata, in Giordania, Libano e Siria".

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