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Gaza, lo studio choc: "Fatte al computer le foto disperate dei bimbi"

Andrea Morigi
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Tutta propaganda. Se li è inventati l’intelligenza artificiale quei fratellini palestinesi con solo quattro dita dei piedi, tutti abbracciati sotto una coperta fusa insieme ai loro corpicini immersi nel fango, che sembra quasi penetrare nelle carni infantili. Lo hanno scoperto ieri i giornalisti, specializzati in verifiche, dell’emittente internazionale Deutsche Welle. Applicando per una volta secondo la verità dei fatti il metodo del fact checking, l’acribìa dei tedeschi ha smontato il trucco che si nascondeva sotto una scena straziante, ripetuta per mesi in decine di migliaia di post sui social network, ma generata da una macchina. Un punto a favore dei seri professionisti dell’informazione, che troppo presto erano stati dati per sconfitti dall’avvento di robot in grado di apprendere da soli e di sostituirli tutti nel giro di qualche anno.

CRIMINALIZZAZIONE

E, allo stesso tempo, una grave perdita di credibilità per chi ha presentato come un documento autentico quello che si è dimostrato essere invece un mero prodotto dell’immaginazione, alimentato dalla volontà di criminalizzare Israele e quindi tutto il popolo ebraico. I falsari erano partiti da uno scatto che riprendeva due ragazzini coricati sotto una tenda in un campo profughi e ne avevano ricavato una specie di opera d’arte di realtà virtuale. Purtroppo per loro lo strumento ha sbagliato. O magari non lo avevano affilato a sufficienza. Così ha distorto ombre, ingrandito nasi, appiattito arti, amputato gambe.

 

 

 

Andati a vuoto i primi tentativi, i maghetti della manipolazione mediatica ci hanno provato ancora, convinti che la pratica prima o poi conduca alla perfezione. Si illudevano, perché dw.com li ha colti in fallo almeno altre due volte. In un caso avevano preso a modello per un’altra loro rappresentazione due femminucce, rannicchiate insieme come cagnolini per riscaldarsi a vicenda e instillare pietà per le vittime e odio per gli oppressori che le avevano ridotte in quello stato. Lo Stato palestinese, in nuce. Poi una delle due finzioni è rimasta monca e, per giunta, con un braccino girato in modo innaturale. E in Germania non hanno faticato a trovare tutti i difettucci di rappresentazione, accorgendosi anche della strana mescolanza di colori e tessuti, una tipica traccia dell’IA.

 

 

 

Se il reportage non era vero, qualcuno forse sperava che fosse considerato comunque veridico, grazie all bombmardamento di notizie incontrollabili, come il numero di vittime causate dai raid sionisti. Macché, l’opinione pubblica non si prende mica in giro tanto facilmente, quando qualche cane da guardia avverte del pericolo incombente della disinformazione. E a patto che si maturi la consapevolezza che una menzogna, anche se ripetuta all’infinito, rimane tale. Del resto, il programma informatico non era mai stato sul luogo che aveva dipinto. Sulla base del desiderio niente affatto inconscio dei suoi utilizzatori, un computer mal istruito ha interpretato a modo proprio- e non perfettamente efficace - il progetto di mostrare una sofferenza e ne ha moltiplicato la potenza d’impatto. Al di là di quanto potesse immaginare il pittore spagnolo Goya nella sua incisione Il sonno della ragione genera mostri nel 1797, la rinuncia a riflettere può portare a cambiare la cronaca e a confondere la storia con le psy-op, le operazioni di guerra psicologica.

 

 

 

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