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Navalny, "il suo corpo non c'è, mentono sulla morte": il sospetto della portavoce

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Ancora da accertare le cause della morte di Alexei Navalny, principale oppositore di Putin deceduto nella mattinata di venerdì 16 febbraio. Eppure per l'Occidente ci sono pochi dubbi: dietro ci sarebbe il regime russo. A suffragare questa tesi, le dichiarazioni di Kira Yarmish. La portavoce ha fatto sapere che il corpo del dissidente non è all'obitorio di Salekhard, come era invece stato indicato dalle autorità della colonia penale dove era detenuto. "L'avvocato e la madre di Alexei sono arrivati all'obitorio di Salekhard. L'obitorio è chiuso, nonostante le rassicurazioni della colonia penale sul fatto che sia funzionante e che il corpo di Navalny si trovi lì. L'avvocato ha chiamato il numero di telefono sulla porta. Gli è stato detto che era la settima persona a chiamare oggi. Non c'è il corpo di Alexei nell'obitorio".

Da qui il sospetto: "È stato detto che 'la causa della morte di Alexei non è stata determinata e che è stato effettuato un secondo esame istologico'. I risultati saranno presumibilmente disponibili la prossima settimana. Ovviamente, stanno mentendo e stanno facendo di tutto per non consegnare il corpo". 

Nel frattempo non si fermano le deposizioni di fiori nelle principali città russe, compresa la capitale. Più di 100 persone sono state arrestate il 16 febbraio in 10 città russe durante le manifestazioni in memoria dell'oppositore, secondo i dati dell'organizzazione per i diritti umani OVD-Info. La maggior parte dei fermi si trovava a San Pietroburgo, dove 64 persone sono state portate ai dipartimenti di polizia, così come a Nizhny Novgorod (15 persone) e Mosca (11 persone). Secondo OVD-Info, i detenuti a Mosca, San Pietroburgo, Taganrog e Krasnodar sono stati lasciati durante la notte nei dipartimenti di polizia. Sono accusati di disobbedienza alla polizia o di violazione delle regole relative allo svolgimento di un evento pubblico.

 

 

 

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