Vladimir Putin si "divora" l'Ucraina: ecco la mappa che terrorizza l'Occidente
L’Ucraina vive una fase difficile, come ammesso dalla Nato. Kiev subisce la batosta del 17 febbraio ad Avdiivka e accusa la flessione delle forniture occidentali. La resistenza di Kiev ha stupito il mondo. Ma notevole è stata anche la capacità di recupero di Mosca, data prematuramente per sconfitta dopo le prime controffensive ucraine, ma riuscita a mobilitare le sue risorse. Ieri il presidente ucraino Volodymir Zelensky ha detto che «quella di Avdiivka è stata l’unica conquista russa in 9 mesi», dopo Bakhmut nel maggio 2023. Ma la controffensiva ucraina trascinata per sei mesi dal giugno 2023, con forze sparpagliate a scopi politici, ha ottenuto territori esigui ed è fallita.
Ad Avdiivka, secondo il New York Times, fonti «funzionari occidentali e soldati di Kiev», l’esercito ucraino avrebbe perso «fra 850 e 1000 soldati» nella sola ritirata. Non si sanno le perdite ucraine da ottobre, quando iniziò la battaglia, ma si presumono poco diverse da quelle russe. Se il blogger russo Andrej Morozov, trovato morto nelle scorse ore dopo aver dato cifre «proibite», ha stimato «16.000 soldati russi persi ad Avdiivka da ottobre», c’è da pensare a perdite ucraine simili. Nelle ultime ore gli ucraini, dalle posizioni ripiegate oltre Avdiivka, hanno attuato contrattacchi locali, ma secondo i russi «sono stati respinti con la perdita di 145 soldati». Aggiustamenti di un fronte che Kiev non ha la forza di sfondare contro un nemico superiore numericamente, in soldati, aviazione e artiglieria. Nel Kherson gli ucraini negano d'aver perso la testa di ponte al di là del fiume Dnepr, a Krynky, che Mosca dava conquistata due giorni fa, e ieri hanno colpito una base russa a Oleshky, sempre sul fiume ma 21 km a sud di Krynky.
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Il Dnepr resta una barriera che s'aggiunge alle trincee multiple con cui i russi tengono il 20% dell'Ucraina. La Russia non è obbligata a nuove avanzate in profondità, per ora. Può scegliere di resistere lungo la linea erodendo in lunghi periodi singole città per attirarvi in trappola gli ucraini per far sperperare uomini e mezzi a un nemico che dipende da aiuti esterni. Il blocco del Congresso USA dei 60 miliardi di dollari in armi rincuora il Cremlino.
E se l’ex-presidente russo Dimitri Medvedev evoca «nuove puntate su Kiev», forse pensa a un’Ucraina indebolita fra sei mesi o un anno. Gli europei cercano di sopperire all’impasse americana, ma hanno peso insufficiente. La Francia promette a Zelensky missili da crociera SCALP, ma in Germania il Bundestag ha cassato una richiesta di fornire missili Taurus con gittata di 500 km. Quanto ai caccia F-16, promessi da un anno e mezzo, due giorni fa la CNN ha reso noto che «entro questa estate completeranno l’addestramento sugli F-16 i primi quattro piloti ucraini». Numeri e tempi incompatibili con la guerra di massa. Gli USA ripetono che gli F-16 li dovranno dare gli alleati. Come la Danimarca, che ieri, annunciando un suo pacchetto di armi per Kiev da 247 milioni di dollari ha confermato che «doneremo i primi F-16 in estate».
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