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Venezuela alla deriva, voto truccato e violenze: ecco l'effetto-Maduro

 Venezuela

Giovanni Terzi
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La corsa alla successione di Nicolás Maduro è truccata. L’opposizione non ha potuto finora presentare propri candidati, tranne il governatore dello Stato venezuelano di Zulia, Manuel Rosales, peraltro contestato dagli altri esponenti politici della Mesa de la Unidad democratica (Mud). La divisione comunque non giova al regime bolivarista di Caracas, in crisi di popolarità interna e delegittimato anche a livello internazionale. Hanno preso le distanze perfino storici alleati.

Le cancellerie occidentali hanno sottolineato la mancanza di rispetto dei «diritti civili» e i limiti imposti allo «spazio democratico». Ma anche il presidente socialcomunista brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, nei giorni scorsi, ha criticato il blocco della candidatura alle presidenziali venezuelane della candidata di opposizione Corina Yoris.

1) Quando si vota in Venezuela?
Il 28 luglio si tengono le elezioni presidenziali, nel giorno in cui Hugo Chávez (1954-2013) avrebbe compiuto 70 anni. Il presidente eletto sarà poi in carica dal 20 gennaio 2025 al 10 gennaio 2031. La presentazione delle candidature è stata prevista dal 21 al 25 marzo e la campagna elettorale dal 4 al 25 luglio.

2) Si vota liberamente in Venezuela?
Con Chávez al potere ci sono state continue manipolazioni: utilizzo di fondi e media pubblici a favore del governo; iscrizione in “liste nere” dei cittadini firmatari di referendum a favore dell’opposizione, poi esclusi dai posti pubblici e discriminati; “punizione” delle amministrazioni locali dell’opposizione con privazione di poteri e fondi; soppressione di media di opposizione. Tuttavia il voto con cui il 6 dicembre 2015 l’opposizione prese 115 dei 167 seggi dell’Assemblea Nazionale dimostra che fino a quel momento il Venezuela aveva ancora condizioni minime di democrazia. A quel punto, però, il presidente Nicolás Maduro intervenne a gamba tesa. Prima fece nominare dalla Assemblea uscente a tempo scaduto un nuovo Tribunale Supremo di Giustizia (Tsj). Poi fa invalidare l’elezione di alcuni deputati, quanti ne sono sufficienti a dare all’opposizione la maggioranza qualificata per votare una mozione di censura contro il vicepresidente, che nel sistema semi-presidenziale venezuelano è anche un primo ministro nominato dal presidente. Poi, di fronte alla protesta dei deputati, Maduro fa dichiarare dal Tsj che la Assemblea Nazionale è “in disobbedienza”, togliendole i poteri che passano quindi al Tsj. Il passo successivo è l’elezione di un’Assemblea Costituente con una procedura anomala e boicottata dall’opposizione, che non votò la nuova Costituzione. Poi indice nuove elezioni presidenziali dopo aver estromesso i principali leader della opposizione: il sistema venezuelano permette di togliere loro i diritti politici con provvedimenti amministrativi anche senza condanne penali. Svoltosi con un’astensione massiccia, il voto è considerato nullo dall’Assemblea Nazionale, che dal 23 gennaio 2019 nomina il proprio presidente Juan Guaidó presidente a interim. Scatta una repressione durissima. In pratica, dal 2015 in Venezuela non ci sono più state elezioni ritenute regolari dalla comunità internazionale.

 



 

3) Chi è adesso il leader della opposizione venezuelana?
Dopo che Guaidó è stato costretto in esilio, il 22 ottobre la Piattaforma Unitaria Democratica (Pud) della opposizione ha tenuto elezioni primarie in base alle quali María Corina Machado ha ottenuto 2.253.825 voti: il 92,35%. I sondaggi le darebbero tra il 54 e il 74% delle intenzioni di voto, contro una forchetta che per Maduro sta tra il 7 e il 20.

4) Si è potuta candidare María Corina Machado?
Il 17 ottobre 2023, con la mediazione della Norvegia, governo e opposizione firmano gli Accordi di Barbados appunto per arrivare a un processo elettorale condiviso, in cambio della revoca delle sanzioni Usa che pesano sul governo di Maduro. Era stata fatta dunque intravedere la possibilità che le inabilitazioni ai principali oppositori venissero rimosse. Invece, sono state ribadite. Il sistema informatico del Cne non ha dunque consentito a María Corina Machado di accedere. È stata inabilitata per la sua presunta partecipazione ad atti di corruzione avvenuti durante il governo ad interim di Juan Guaidó, sebbene non ne abbia mai fatto parte.

5) Quale è stata la risposta dell’opposizione?
Il 22 marzo María Corina Machado ha ceduto la sua candidatura alla filosofa Corina Yoris, sullo slogan “Corina al quadrato”. Ma, pur non essendo inabilitata, neanche Corina Yoris è riuscita a far inserire la sua candidatura nel sistema elettronico.

6) Chi si è candidato?
Maduro si ripresenta per un terzo mandato, appoggiato dal Partito Socialista Unito del Venezuela (Psuv) e da altre 13 organizzazioni. Assieme a lui si sono iscritti nove alacranes, gli “scorpioni”, come vengono soprannominati gli esponenti provenienti dall’opposizione accusati di essersi prestati ai giochi del regime, e i falsi oppositori che il regime usa come paravento. Molto diffuso è il sistema per cui un esponente di un partito di opposizione si presenta in tribunale sostenendo di essere lui legittimo titolare e gli viene dato ra,,, gione: è suc- cesso anche al Partito Comunista, che aveva deciso a maggioranza di rompere con Maduro. Tra i candidati accettati Luis Eduardo Martínez, Juan Carlos Alvarado, José Brito sono deputati rispettivamente di Azione Democratica, del Copei (Comitato di Organizzazione Politica Elettorale Indipendente) e di Primero Venezuela: tre partiti storici dell’antichavismo appunto scippati ai loro militanti. Pure deputato è il pastore protestante Javier Bertucci, con un partito suo.

Ci son poi gli ex-sindaci Claudio Fermín y Daniel Ceballos, il comico Benjamín Rausseo e gli indipendenti Antonio Ecarrie e Luis Ratti. Sono però riusciti a iscriversi all’ultimo momento anche Enrique Márquez, ex membro del Cne che era poi entrato in in dissenso con l’opposizione ma sembra stare prendendo posizioni forti; e Manuel Rosales, governatore di Zulia e candidato dell’opposizione sconfitto da Chávez alle presidenziali del 2006, in teoria allineato con la Pud. La Pud ha condannato l’«abuso storico», ma si attende la conferenza stampa in cui “le due Corine” annunceranno le loro decisioni.

 



 

7) Quali sono state le reazioni internazionali a questo processo?
La Norvegia ha provato a riconvocare le parti degli Accordi di Barbados. L’inabilitazione di María Corina Machado è stata condannata da organizzazioni internazionali come l’Organizzazione degli Stati Americani, l’Unione Europea e Human Rights Watch, nonché da paesi come Colombia, Paraguay, Uruguay, Ecuador, Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Cile, Canada, Francia e Messico. Argentina, Costa Rica, Ecuador, Guatemala, Paraguay, Perù e Uruguay hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui sollecitano il regime di Nicolás Maduro a consentire la registrazione del candidato dell'opposizione. Anche l’ex-presidente dell’Uruguay Pepe Mujica, ex-guerrigliero Tupamaro e personaggio iconico della sinistra latino-americana ha duramente criticato il regimedi Nicolás Maduro: «Non rispetta le leggi elementari della democrazia». Le Ong e i partiti politici venezuelani hanno denunciato l’uso di disinformazione, minacce di morte e attacchi fisici da parte dei sostenitori del chavismo e dell’Esercito di Liberazione Nazionale (Eln), una guerriglia colombiana di estrema sinistra, contro i candidati dell’opposizione. Dopo che il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che condanna la squalifica politica della Machado, il presidente dell’Assemblea nazionale al potere, Jorge Rodríguez, ha dichiarato il 13 luglio 2023 che il governo venezuelano non avrebbe consentito una missione di osservazione elettorale degli europei. Gli eurodeputati che la hanno votata sono stati dichiarati persone non grate.

8) Qual è il livello della repressione in Venezuela?
Ben sette dei collaboratori della Machado sono stati arrestati negli ultimi due mesi. Dal 2002 il regime ha inabilitato oltre 1400 cittadini. Una recente denuncia parla di 264 prigionieri politici. Il Rapporto Bachelet dell’Onu ha attestato nel Venezuela di Maduro per il 2018 5287 morti per “resistenza all'autorità” attraverso uccisioni extragiudiziali e per il 2019 l’Observatorio Venezolano de Violencia ne ha aggiunte altre 5283 uccisioni per “resistenza all’autorità”. Solo in questi due anni Maduro ha ammazzato il quadruplo di persone che Pinochet in diciassette.

9) Come è la situazione economica?
7,1 milioni di venezuelani sono espatriati, su 30 milioni di abitanti. Non solo per la repressione, ma perla povertà di quello che era il Paese più ricco dell’America Latina, ed ora è precipitato al livello più basso. Il Pil in 10 anni si è ridotto dell’80%. La produzione di petrolio è crollata da 3 milioni di barili al giorno a un minimo di 300.000, anche se oggi è risalita fino a 900.000. La povertà è compresa tra l’81 e il 90%. Il salario minimo sta sui 3,5 dollari al mese. La classe media è ridotta al 15,5% della popolazione.

10) Chi è Ronald Ojeda Moreno?
È un ex-tenente esule in Cile dopo essere fuggito dal carcere, che il 21 febbraio era scomparso, e il primo marzo è stato ritrovato cadavere, sepolto sotto un blocco di cemento di 1,4 metri. Una modalità da omicidio mafioso che è un terribile salto di qualità, e fa sospettare su una collaborazione tra i Servizi di Maduro e la temuta banda di narcos del Tren de Aragua. 

Articolo tratto dal sito Tgn - The Global News

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