Da qualche giorno, diciamo da quando ha presenziato in Vaticano ai funerali di Papa Francesco, a Emmanuel Macron staranno fischiando le orecchie parecchie volte. La brutta figura rimediata a San Pietro a latere (in tutti i sensi) del faccia a faccia tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky ha fatto il giro del mondo ma continua a far parlare soprattutto i commentatori italiani. La scorsa settimana fa era stato Lucio Caracciolo, direttore di Limes e tra i massimi esperti di geopolitica, ospite di Giovanni Floris a DiMartedì su La7, a commentare così la foto del presidente americano e quello ucraino seduti l’uno davanti all’altro, quasi in confessionale: una foto «finita su tutti i giornali, tutti l’hanno definita storica».
«Beh, se diciamo che tutto è storico, niente è storico, però questa foto è effettivamente simbolica, è stato un colpo da maestro del Vaticano, dobbiamo dirlo. Hanno messo insieme questi due, che hanno anche mandato a passeggiare Macron». E quando Floris ribatteva che «in realtà pare che il presidente Macron abbia smentito, sostiene che la terza sedia, portata via, fosse quella dell’interprete», Caracciolo aveva ribadito: «Mah, in verità dal labiale si capisce che Trump dica a Macron “per favore lasciaci in pace”».
Macron, la lezione dell'Italia: "Noi abbiamo già fatto"
Forte irritazione da parte del ministero dell'Università per l'iniziativa francese della conferenza "...Proprio da qui riparte Paolo Del Debbio, martedì sera a 4 di Sera su Rete 4, a prendere metaforicamente a ceffoni il capo dell'Eliseo: «Pensavo che dopo essere stato buttato fuori come un bambinetto dal dialogo tra Trump e Zelensky a San Pietro, avesse capito qualcosa. Invece ancora si propone addirittura come l’asse franco-tedesco». Il tema stavolta è il rapporto tra il presidente francese e il neo-cancelliere tedesco Friedrich Merz. «Macron ha un governo debole e Merz parte con un esecutivo altrettanto debole, e lui parla di “nuovo motore nell’alleanza”, sono cose che faccio difficoltà a capire - insiste il padrone di casa -. Ma soprattutto mi preoccupano molto e devono preoccupare tutti perché l’Europa in questo momento avrebbe bisogno di governi forti e stabili per reagire alle situazioni che stanno capitando».
C’è spazio anche per una riflessione su Alternative fur Deutschland, secondo partito alle ultime elezioni, in testa a molti sondaggi eppure fuori dai giochi e che anche per questo aveva chiesto un ritorno alle urne: «Non solo è esclusa dal governo, ma è stato richiesto dall’autorità di considerarla non votabile perché xenofoba. Non lo sapevano prima?».