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Russia, "attacchi neurologici": come funziona l'ultima arma di Vladimir Putin

Vladimir Putin

Mirko Molteni
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Si riparla della “Sindrome dell'Avana”, attacchi inabilitanti a funzionari della CIA e del governo USA verificatisi in varie parti del mondo, a cominciare dalla capitale cubana. Azioni che, causando malessere neurologico ai soggetti, sarebbero state attuate dai servizi segreti russi con microonde oppure impulsi acustici, cioè onde elettromagnetiche o sonore di frequenza tale da influenzare il sistema nervoso.

I casi più famosi si verificarono all'Avana fra maggio 2016 e settembre 2017, quando 21 fra funzionari della CIA e del Dipartimento di Stato assegnati all’ambasciata statunitense ebbero mal di testa, nausea, perdita di memoria, vertigini, panico. Cominciava tutto con la sensazione di ascoltare un sibilo o ronzio della durata di 20-30 secondi, proveniente da una data direzione. Sarebbe compatibile con l’uso di onde sonore, ma anche di microonde, dato che queste ultime, per l'effetto Frey, scoperto dallo scienziato americano Allen Frey nel 1961, possono causare percezione di rumori.

 

 

 

PRESENZE SOSPETTE

Il sospetto è corso ad agenti russi a Cuba, che avrebbero bersagliato l'ambasciata con le onde. Altri casi sono stati registrati negli anni seguenti. C’è voluta, in questi giorni, un'inchiesta congiunta di 60 Minutes, Der Spiegel e The Insider, per riportare l'attenzione su fatti che lo stesso governo USA tende a snobbare.
L'inchiesta sostiene che vari attacchi da Sindrome dell’Avana coincidevano con la presenza in loco di agenti del GRU, il servizio segreto militare russo, in particolare membri di un reparto speciale di sicari, l’Unità 29155, al comando di Andrej Averjanov.

Fra gli esempi, la testimonianza della moglie di un funzionario del Dipartimento alla Giustizia, distaccato con la famiglia all’ambasciata USA di Tiblisi, in Georgia. Il 7 ottobre 2021 la loro residenza fu investita da quella radiazione e la donna, nome di copertura Joy, racconta: «Ho sentito un suono che mi ha perforato le orecchie, veniva dal mio lato sinistro e mi sembrava arrivasse attraverso la finestra. Ho sentito un pesante mal di testa e ho vomitato». Joy fece controllare al marito Hunter le telecamere di sorveglianza della casa. Videro una Mercedes nera parcheggiata in strada. La donna uscì e fotografò presso l’auto un giovane uomo, che mise in moto e se ne andò.

A Joy è stata mostrata un'altra foto in cui ha affermato di riconoscere l'uomo. Sarebbe Albert Averjanov, figlio del capo dell'Unità 29155. Unità alla quale appartengono anche i sospetti per l'avvelenamento del 2018 ai danni di Sergej Skripal, ovvero Alexander Mishkin, Anatolij Chepiga e Denis Sergeev. Sarebbero 100 i funzionari americani ammalatisi per gli attacchi. Nel settembre 2021 si sentì male a Nuova Delhi un assistente che accompagnava in India il capo della CIA William Burns. Intanto, furono colpiti due agenti CIA trasferiti ad Hanoi, in Vietnam, dopo che avevano collaborato con l'intelligence dell'Ucraina. Alla fine del 2021, casi simili a Vienna. Nel luglio 2023, al vertice NATO di Vilnius, in Lituania, «un alto ufficiale del Dipartimento alla Difesa USA è stato preso di mira». Il portavoce russo Dimitri Peskov ha respinto le accuse dei giornali: «Non è mai stata presentata alcuna prova, sono affermazioni infondate».

Ma è anche il governo Usa a starsene zitto. L'amministrazione di Joe Biden s’è limitata a una tacita allusione, passando nel 2021 un “Havana Act” per pagare un indennizzo di missione ai propri funzionari che hanno subito «attacchi neurologici». Ma Washington non ha mai puntato il dito verso nessuno. Il 1° marzo 2023 un rapporto della Commissione Intelligence della Camera ha affermato che «non ci sono evidenze credibili che un avversario straniero abbia sistemi per attacchi neurologici». Perché reticenze ufficiali da parte USA? Da un lato, gli Stati Uniti sono cauti sulla Sindrome dell'Avana per non ammettere ufficialmente che il proprio personale ha subito attacchi fisici. Sarebbe un teorico “casus belli”.

Ma gli americani hanno interesse a tacere perché essi stessi studiano tecnologie simili. Se all'origine di tali programmi segreti russi ci sarebbe il progetto Reduktor, varato nel 1984, al tempo dell'Unione Sovietica, nei laboratori di Kharkiv e poi trasferito a Mosca nel 1991, dopo l'indipendenza dell'Ucraina, gli Stati Uniti erano partiti già dal 1953 al 1971 col programma MK-Ultra della CIA, che esplorava la manipolazione degli esseri umani con droghe e anche con onde sonore ed elettromagnetiche.

 

 

 

LABORATORI SEGRETI

Ma Washington ci sta ancora studiando. Nel marzo 2023, stando a Politico, l'esercito USA ha finanziato la Wayne University con 750.000 dollari affinché sperimenti su animali da laboratorio l'irraggiamento con microonde allo scopo di ottenere qualcosa di simile alla Sindrome dell'Avana.

 

 

 

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