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Israele, "ritiro delle truppe dal sud di Gaza": pronta la risposta all'Iran?

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Dopo quattro mesi di combattimenti senza tregua, l'esercito israeliano annuncia il ritiro delle truppe di terra combattenti dal sud della Striscia di Gaza. La notizia è stata rilanciata dai media, che spiegano come soltanto la Brigata Nahal resterà nell'area con il compito di mantenere la sicurezza di quello che viene chiamato il "Corridoio Netzarim", che attraversa la Striscia dalla costa fino al confine Nord, nei pressi del kibbutz Beeri, attaccato lo scorso 7 ottobre.

Contestualmente all'annuncio, ecco le parole di Yoav Gallant, ministro israeliano della Difesa: "Il sistema di difesa ha terminato i preparativi per una risposta contro qualsiasi scenario che possa svilupparsi con l'Iran". Così Gallant durante il vertice con i militari Idf, così come riporta il Jerusalem Post. Insomma, il ritiro dal Sud di Gaza potrebbe essere legato alla necessità di Israele da un attacco dell'Iran, che sarebbe imminente per le intelligence Usa e israeliana. 

A confermare l'imminenza dell'attacco anche Teheran, che ha assicurato che la risposta all'attacco del primo aprile a Damasco sarà durissima: "La vendetta dell'Iran è inevitabile e Teheran deciderà come e quando effettuare l'operazione di rappresaglia", ha affermato alla vigilia il Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate iraniane, Mohammed Bagheri.

 

E ancora, Idf ha reso noto un bilancio relativo al secondo fronte di guerra, quello al confine israelo-palestinese con il Libano. Idf riferisce di avere colpito "più di 330 terroristi" e circa "4.700 postazioni". Dall'inizio del conflitto, sarebbero morti 604 militari israeliani e "oltre 13mila miliziani islamisti", conclude Idf.

 

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