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La Germania accusata di genocidio dal Nicaragua

Daniel Mosseri
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Dallo scandalo delle nuove magliette della nazionale di calcio tedesca ritirate perché il numero 44 stilizzato ricordava un po’ troppo il simbolo delle SS sono passati appena pochi giorni. Eppure, il ricordo del passato nazionalsocialista torna di nuovo sull’orizzonte della Germania di oggi. E se qualche giorno fa si è trattato solo di una scelta grafica infelice da parte dell’Adidas e della Federcalcio tedesca, oggi l’accusa è aperta: genocidio. Un’accusa mossa al governo federale da parte di un altro stato: il Nicaragua. Carlos Jose Arguello Gomez, ambasciatore del Paese centroamericano presso le istituzioni internazionali nei Paesi Bassi, ha chiesto alla Corte internazionale di Giustizia, che ha sede all’Aja, di ordinare alla Germania lo stop alle esportazioni di armi verso Israele. Allo stesso tempo Managua pretende che a Berlino sia imposto di riprendere il finanziamento dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati Unrwa, che tutela i soli profughi palestinesi e che da anni è accusata di offrire protezione a terroristi di Hamas. Due richieste giustificate dal «serio pericolo di genocidio nella Striscia di Gaza».

EX GUERRIGLIERO
Assieme a Cuba e al Venezuela, il Nicaragua guidato dal 2007 dall’ex guerrigliero sandinista Daniel Ortega (mentre da sette anni la moglie Rosario Murillo interpreta il ruolo di vicepresidente) conferma così il suo posizionamento apertamente anti-Usa. Invece che prendersela con il grande vicino a stelle e strisce, Managua punta questa volta sulla Germania, triplamente colpevole per il suo allineamento anti-russo, filo-Usa e, dallo scorso 7 ottobre, più filo-Israele del solito. È stato il governo del cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz a mettere al bando le manifestazioni propal in cui si chiedeva la cancellazione di Israele inneggiando alla Palestina liberafrom the river to the sea”, dal Giordano al Mediterraneo. Ed è stato il vicecancelliere verde Robert Habeck a chiedere mesi fa ai musulmani di Germania (quasi 5 milioni di persone) a prendere le distanze dagli slogan violenti e radicali. Peggio ancora, il governo federale rosso-verde-giallo ha stanziato 326,5 milioni di euro in aiuti militari a Israele nel 2023, dieci volte più dell'anno precedente. Nella lista spiccano 3.000 armi anticarro portatili, e 500.000 colpi di munizioni per mitragliatrici e armi da fuoco automatiche e semiautomatiche. Armi che adesso le Israeli Defense Forces userebbero per sterminare i palestinesi.

 


Responsabili del genocidio del popolo ebraico nel XX secolo, i tedeschi starebbero macchiandosi dello stesso crimine nel secolo in corso. Il Nicaragua ha illustrato questa tesi in un documento di 43 pagine: Berlino avrebbe violato la Convenzione delle Nazioni Unite sul genocidio del 1948, creata dopo l’Olocausto. I tedeschi sarebbero dunque dei criminali contro l’umanità recidivi con un’aggravante: «L’inadempienza della Germania è ancora più riprovevole nei confronti di Israele, dato che la Germania ha un rapporto privilegiato con quel Paese, che le consentirebbe di influenzare la sua condotta». L'azione legale promossa da Managua si allinea e rilancia quella esperita pochi mesi fa dal Sudafrica sempre davanti al principale organo giudiziario delle Nazioni Unite: lo scorso gennaio, però, Pretoria se l’era presa direttamente con il governo israeliano, accusandolo ovviamente di genocidio. Poiché ai giudici dell’Aja serviranno mesi prima di completare le indagini e arrivare a sentenza, i legali nicaraguensi tengono viva la polemica facendo battere un colpo all’asse Pechino-Mosca-Teheran e chissà che domani un altro governo antioccidentale possa unirsi alla partita.

I tedeschi non l’hanno presa bene: l’accusa di genocidio non solo è molto grave ma brucia doppiamente. Un po’ perché la Germania, che di genocidio in passato si è macchiata, ci tiene a ribadire il suo posizionamento a favore della democrazia e dei diritti umani; un po’ perché a muoverla è un governo noto per la soppressione del dissenso.

 


PASSATO INQUIETANTE «La Germania respinge completamente le accuse. Non abbiamo mai violato la Convenzione sul genocidio né il diritto umanitario internazionale, né direttamente né indirettamente", ha dichiarato davanti ai giornalisti alla Corte di giustizia Tania von Uslar-Gleichen, consulente giuridica del ministero degli Esteri tedesco. Uslar-Gleichen, che alle spalle ha una lunga carriera diplomatica e che è anche stata vicepresidente dei servizi tedeschi di intelligence (Bnd), non è andata oltre. Evitando cioè di ricordare che lo scorso 29 febbraio un gruppo di giuristi scelti dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha scritto in un parere che il presidente Daniel Ortega e altri funzionari di alto livello dovrebbero essere chiamati a rispondere davanti alla legge "così come tutto il Nicaragua, quale Stato che dà la caccia al proprio popolo prendendo di mira studenti universitari, indigeni, persone di origine africana, campesinos e membri della Chiesa cattolica e di altre confessioni cristiane". «La presentazione del Nicaragua è stata grossolanamente parziale», ha invece concluso Uslar-Gleichen, «e domani vi diremo come siamo pienamente all'altezza delle nostre responsabilità».

 

 

 

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