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Londra manda in Ruanda chi vuole chiedere asilo

Matteo Legnani
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Ci sono voluti quasi due anni, da quando la proposta venne per la prima volta affacciata sulla scena politica britannica dall'allora primo ministro Boris Johnson. Fino a lunedì, quando la Camera dei Comuni ha definitivamente approvato la legge che consente alle autorità del Regno Unito di trasferire con appositi voli in Ruanda i richiedenti asilo che sbarchino sull'isola. La legge, il Safety of Rwanda Bill, mira a ridurre il flusso di immigrati che partendo dalla Francia, a bordo di piccole imbarcazioni, attraversano la Manica e sbarcano sulle spiagge del Regno Unito, chiedendo asilo politico. Circa 29mila persone, solo nel corso del 2023 (proprio ieri, 5 migranti sono morti mentre tentavano di raggiungere le coste inglesi a bordo di un gommone con a bordo oltre cento persone).

Dopo l'uscita dall'Unione europea, per il governo di Londra è diventato pressoché impossibile riuscire a riallocare una parte di questi immigrati in altri Paesi del continente. Da cui l'idea di trasferirli nello Stato centroafricano. Dove, dice la legge, la loro richiesta di asilo politico verrà analizzata. E dove resteranno anche qualora la loro domanda venisse approvata, senza poter entrare in Gran Bretagna.

 



Il progetto è stato sviluppato in collaborazione con il governo ruandese guidato dal presidente Paul Kagame. Il Paese africano ha fin qui ricevuto una somma pari a 370 milioni di sterline in aiuti allo sviluppo, cui si aggiungeranno 170mila sterline per coprire le spese logistiche e operative per ogni richiedente asilo che atterri in Ruanda. Inoltre, al raggiungimento del 300° trasferimento, Londra si è impegnata a versare a Kigali altri 120 milioni di sterline.

 

 

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