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Zelensky "in overdose": il colpo basso del Cremlino

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La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha ridicolizzato la dichiarazione del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che poche ore prima con immagine iperbolica aveva detto che Dio è dalla parte di Kiev.

"Il gallone sulla spalla di Dio appartiene alla categoria dei rituali degli antichi ucraini nella regione mesopotamica durante il periodo della loro scoperta dell'overdose americana", ha detto la portavoce in un commento a Izvestia.

 

 

 

Queste le parole del presidente ucraino su Telegram, nel giorno in cui si celebre la Pasqua ortodossa: "Dio ha sulla spalla un gallone con la bandiera ucraina. Quindi con un simile alleato, la vita vincerà sicuramente sulla morte". "La Bibbia ci insegna ad amare il nostro prossimo. E oggi ci ha mostrato il vero significato di questa parola. Quando siamo diventati tutti vicini gli uni agli altri. E l'ex vicino, che ci ha costantemente maltrattato, è per noi per sempre lontano. Ha infranto tutti i comandamenti, ha preteso la nostra casa, è venuto per ucciderci. Il mondo lo vede. Dio lo sa. E noi crediamo. Buona Pasqua a tutti voi, cari ucraini!", ha concluso. 

 

 

 

Sul campo, però, la situazione militare resta critica per Kiev. Dopo 26 mesi di ostilità gli americani hanno superato rinvii, dubbi e discussioni stanziando quasi 61 miliardi di dollari per i nuovi armamenti da inviare all'alleato est-europeo, eppure il Paese invaso da Mosca il 24 febbraio del 2022 è permeato da sfiducia e pessimismo. E con esso molte delle cancellerie del vecchio continente. Si teme che le recenti conquiste di Putin in Donbass possano squarciare le linee difensive ucraine e aprire "un'autostrada" verso Kharkiv, la seconda città per numero di abitanti, e altre regioni nevralgiche rimaste finora lontane dal fronte. Se Mosca ci riuscisse, è convinzione comune che a quel punto l'Occidente chiederebbe a Zelensky di fare un passo indietro e accettare una dolorosissima, sanguinosa tregua. Lo spettro però è che per evitare questa conclusione, Usa, Europa e Nato smettano di considerare "non plausibile" l'invio di soldati sul campo. 

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