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Kate Middleton malata, la manovra di palazzo in vista del 15 giugno: cosa sta succedendo

Laura Orefici
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Parte con largo anticipo la manovra di Palazzo per bloccare qualsiasi nuova speculazione possibile sulla salute della principessa del Galles in vista dell’evento più atteso nel calendario reale, “Trooping The Colour”, il compleanno ufficiale del re, in agenda il 15 giugno prossimo. Il tentativo è quello di anticipare il prevedibile crescendo di interrogativi sulla presenza di Kate, quel giorno, sul balcone di Buckingham Palace insieme con la famiglia Windsor.

Il chiaro e lo scuro sulla salute della principessa del Galles, in cura contro il cancro, si mescolano nella nota diffusa ieri da Kensington Palace in cui si commenta lo stato dei lavori dell’iniziativa lanciata da Catherine Middleton a proposito della prima infanzia, The Royal Foundation Business Taskforce for Early Childhood, e contemporaneamente si informa che, però, «la principessa non riprenderà gli impegni finché non riceverà il via libera dei dottori».

 

TRADUZIONE
Decriptato dal “royalase”, significa che la corona sta prevenendo la domanda che da gennaio tiene banco sulla stampa di tutto il mondo: ci sarà Kate? No, Catherine non ci sarà. Ma allenati ai tentativi di interpretare le strategie di Palazzo, il punto è: come sta davvero la principessa del Galles?

L’opinione pubblica si divide tra chi intravede nell’ultima comunicazione note positive riguardo la convalescenza della moglie di William e chi la interpreta come un fumoso tentativo di Kensington Palace per celare una situazione ben più preoccupante. Da giorni, infatti, sono ricominciate sulla stampa di tutto il mondo, Gran Bretagna esclusa, le speculazioni su un aggravamento delle condizioni di salute di Catherine. L’indiscrezione, partita anche questa volta dalla Spagna, parlerebbe addirittura di coma.

Sottoposti a una pressione mediatica costante, i Windsor, da sempre sono restii a divulgare informazioni sul loro stato di salute. Questa volta, però, la strategia mediatica adottata dallo staff dei principi del Galles, culminata con il boomerang della foto ritoccata da Kate diffusa l’8 marzo, si è rivelata contraddittoria e controproducente fin dall’annuncio del 17 gennaio scorso dell’operazione all’addome della principessa.

Alle poche misteriose parole scritte sul comunicato che annunciava la convalescenza di tre mesi, seguì la precisazione di una fonte di Kensington Palace che informava e tranquillizzava parlando di una patologia non cancerogena. Adesso sappiamo che non era così. Lo ha annunciato Catherine stessa in un messaggio diffuso, in mondovisione, il 22 marzo scorso, quando ha raccontato la sua verità: «Ho un can cro».

A fare da contraltare all’ingarbugliata e cupa campagna mediatica su Kate c’è la famiglia reale con re Carlo ritornato ai suoi impegni a pieno regime, nonostante le cure contro il cancro cui si è sottoposto. Il re ha inaugurato la stagione con un’agenda fitta di eventi. In quarantottore il sovrano 75enne ha partecipato a cinque impegni interpretando al meglio la massima di sua mamma, Elisabetta II, la quale sosteneva che «per essere credibile devo essere vista», ridando, così, stabilità alla sua corona. In realtà, però, l’assenza di Kate che rappresenta il futuro dei Windsor e, mediaticamente parlando, il peso massimo della corte di San Giacomo, è un’incognita che nella percezione popolare mette la famiglia reale davanti a nuove sfide, anche pratiche, per la solidità del trono.

 

FUTURO
Diviso tra futuro e presente, tra trono e famiglia, c’è il principe William, impegnato nel suo ruolo di erede. Lui però ha chiarito che la sua priorità è Catherine rispetto a qualsiasi dovere. Durante una sua visita alle isole Scilly tra il 9 e il 10 maggio, la prima notte da gennaio trascorsa lontana da casa, rispondendo alle domande dei sudditi aveva tranquillizzato sulla salute di Kate: «Sta bene» aveva detto, e ieri rappresentando suo padre al Garden Party di Buckingham Palace ha schierato di fianco alla vecchia guardia di casa Windsor, i giovani cugini, Beatrice York e Zara Phillips in testa. Forse è un’inversione di marcia rispetto alla decisione di snellire la rappresentanza reale e rimpolpare l’esiguo gruppo familiare che si appresta a salire su quel benedetto balcone di Buckingham Palace, sempre più termometro degli umori e dei malori di casa Windsor.

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